DISEGNAMO o DISEGNIAMO?

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  1. Hamlet da Hamelin
     
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    Partiamo da alcune considerazioni preliminari. Il caso di gn è un esempio di digramma, combinazione grafica di due lettere che rappresentano un solo suono (o fonema). In questo caso i due grafemi g e n combinati compongono un fonema, definito nasale palatale, per il quale esiste un simbolo nell’alfabeto fonetico internazionale (IPA) e che qui, per semplicità, renderemo mediante la convenzione grafica dello spagnolo [ñ]. Rispondendo quindi alle domande di A. Sacconi e C. Cucinotta, che chiedevano espressamente delucidazioni sulla pronuncia del digramma, notiamo che in italiano la combinazione dei due grafemi <n>ha sempre il valore di [ñ]; esistono solo alcuni termini di origine non italiana in cui le due consonanti rimangono “separate” nella pronuncia, ovvero vengono trattate come nesso biconsonantico. Si tratta, per esempio, di germanismi come Wagner, gneiss [vàg-ner], [g-nàis]; in più, alcuni grecismi come gnoseologia e gnòsi possono venire pronunciati in questo modo ma, chiosa Serianni (I 140), «è pronuncia affettata»: è ugualmente corretto, quindi, dire [g-nòzi] e [ñòzi].

    Dunque, si scrive castagna e non *castagnia, gnomo e non *gniomo, in accordo con quanto visto finora, sintetizzato spesso nella “regola”, normalmente imparata a scuola, che recita che gn, se seguito da a, e, o, u va scritto senza la i. Le apparenti eccezioni a questa regola, come compagnia o lagnìo, sono casi in cui l’accostamento tra gn e i avviene, per così dire, “per caso”: si tratta di termini in cui, per vari motivi, un morfema lessicale in gn- si trova in combinazione con morfemi flessivi come –io o –ia.

    Per tornare alle forme verbali, i nostri utenti chiedono: se la regola prescrive che la i non compaia, come si spiegano forme come bagniamo in luogo di bagnamo? Il contrasto, in realtà, è solo apparente, e la soluzione va cercata nuovamente nell’analisi morfologica. Ogni tempo e modo verbale si forma, infatti, unendo il morfema lessicale del verbo, o radice, al giusto morfema flessivo, o desinenza: si ha così, per un verbo regolare come amare, am-o, am-erò, am-iamo, am-assi ecc. Per il caso in esame, la desinenza della prima persona dell’indicativo presente plurale di tutti i verbi è -iamo: quindi, come si ha am-iamo, così si ha sogn-iamo, bagn-iamo ecc.: omettere quella i significa “tagliare” una parte del morfema flessivo per quel tempo, modo e persona. Anche qui, come per gli esempi di sostantivi visti in precedenza, il comparire della sequenza -gni- è legato a un “casuale” incontro tra morfemi rispettivamente terminanti in gn e inizianti in i.

    Spiegato il motivo della presenza della i va detto che la norma, oggigiorno, è relativamente elastica in merito. Patota, in appendice alla grammatica di Serianni, scrive: «Nei verbi con tema uscente in -gn (come [...] bagnare, sognare, vergognarsi, regnare ecc.) alla quarta persona di indicativo e congiuntivo e alla quinta del congiuntivo (bagniate / bagnate) la i della desinenza viene assorbita [nella pronuncia] dal suono palatale precedente. Può essere opportuno mantenerla graficamente per ribadire la solidarietà di quelle forme con tutti gli altri indicativi e congiuntivi in -iamo, nei quali la i ha conservato la sua piena riconoscibilità fonetica (amiamo [a’mjamo]) o è indispensabile come segno diacritico (leggiamo [led’dZamo]). La norma grammaticale è comunque tollerante in proposito, sicché forme come bagnamo o bagnate non potrebbero essere considerati errori».

    Similmente scrive anche Nicoletta Maraschio sulla Crusca per voi (n° 4, p. 10): «L’italiano possiede, grazie al successo dell’iniziativa dei grammatici e dei tipografi cinquecenteschi, un sistema grafico di tipo fonetico che è stato codificato, nelle sue linee portanti, dal Vocabolario della Crusca (1612), che ha rappresentato un punto di riferimento stabile per tutti gli scriventi al di sopra della grande varietà dialettale e che non sembra essere intaccato neppure ora dai rapidi e tumultuosi cambiamenti che stanno investendo le strutture grammaticali della nostra lingua. Tuttavia qualche problema c’è anche per l’italiano [...]. Occorre dire che la maggior parte delle difficoltà ruotano intorno a certe incrinature nel rispecchiamento fra grafia e pronuncia che anche il nostro sistema attuale presenta [...] Del resto il riferimento a livelli della lingua diversi da quello fonetico è usuale in campo ortografico. Si pensi a forme come accompagniamo e guadagniamo (che pure si alternano con accompagnamo e guadagnamo altrettanto plausibili nelle quali quella i è semplice contrassegno morfologico e non ha alcuna rilevanza fonetica)». Va comunque chiosato che se, dal punto di vista fonetico sogniamo e sognamo, bagnate e bagniate suonano esattamente allo stesso modo, dal punto di vista morfologico la i ha un valido motivo di esistere e di “resistere”, senza contare i casi in cui possono ingenerarsi omografie tra modi e tempi diversi (cfr. bagnate indicativo pres. e bagniate congiuntivo). Citando le parole dello studioso Amerindo Camilli, «la resistenza alla soppressione [della i] è maggiore perché tolta la i, rimane sfigurato il suffisso» (p. 177).

    La domanda di M. Bauchiero, invece, va quasi nella direzione opposta: la prima persona presente [del verbo sognare] deve essere scritta “io sognio” oppure è corretto “io sogno”? Ribadito che il valore fonetico di gn è di per sé [ñ], il morfema lessicale del verbo, come già scritto, è sogn-, bagn-, guadagn-, insegn-; il morfema flessivo della prima persona singolare dell’indicativo presente è -o: quindi si ha, regolarmente, sogno, bagno, guadagno, insegno.

    Nel caso di dubbi di questo tipo, infine, si raccomanda sempre il ricorso a uno strumento come il Dizionario di Ortografia e Pronunzia.

    Per approfondimenti:


    • Camilli A., 1965, Pronuncia e grafia dell’italiano. Terza edizione riveduta a cura di Piero Fiorelli, Sansoni, Firenze.

    • La Crusca per Voi. http://www.accademiadellacrusca.it/Crusca_per_voi.shtml

    • Migliorini B., Tagliavini C., Fiorelli P., 1999, DOP. Dizionario di ortografia e pronunzia, RAI-ERI, Roma.

    • Serianni L., 2000, Italiano, Garzanti, Milano.
    A cura di Vera Gheno
    Redazione Consulenza Linguistica
    Accademia della Crusca
     
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6 replies since 2/12/2007, 23:34   81349 views
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