Una giornata con Eluana

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  1. 85moon85
     
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    Per chi ancora non l’avesse letto: Piero Colaprico, «Un giorno nella stanza di Eluana» (La Repubblica, 10 settembre 2008, p. 1). Eccolo tutto. Per sapere di che cosa stiamo parlando.

    Eluana Englaro oggi ha i capelli corti. Dire che se ne sta a letto è già un mezzo inganno, perché, quando la si vede, quando la si osserva, si percepisce qualcosa che potrebbe essere anche la forza di gravità: qualcosa che non la lascia semplicemente adagiata tra le lenzuola, ma sembra risucchiarla giù, verso un altro luogo, mentre la ragazza, inerme in tutto, non può opporsi. Gli occhi, che nelle foto pubblicate dai giornali, sono spesso ironici e lucenti, colpiscono.
    Sono strabici, perché questa forza oscura e le ferite cerebrali hanno vinto i muscoli, ormai appannati. Anche le giunture sono anchilosate, lo si vede dai polsi che escono dalla camicia da notte candida. Diteci com’è Eluana oggi, perché fate vedere le sue vecchie foto e non mostrate com’è adesso? Sono richieste anche legittime, quelle dei lettori nei blog e nei forum (non tutte, certo, perché in qualcuno si percepisce una curiosità che sconfina in un territorio meno nobile). Ma Eluana non è speciale. Se frequenti gli ospedali, sai che appartiene a una nuova umanità disgraziata, che si sta moltiplicando grazie ai progressi della medicina, quella degli esseri umani in stato vegetativo.
    Solo in Italia sono circa tremila persone e in qualche modo si assomigliano tutti: alternano momenti di veglia (stanno con gli occhi aperti) a momenti di sonno (stanno con gli occhi chiusi), emettono suoni, gemiti, sospiri senza alcuna attinenza con quanto accade intorno al loro capezzale. I neurologi sostengono che non esiste alcuna possibilità di entrare in contatto con loro, perché non reagiscono in maniera intelligente. Possono avere un soprassalto se c’è un rumore, o una smorfia se si fa loro del male, si tratta però di riflessi. Respirano da soli. Ma se su quegli occhi aperti si avvicina la punta di una matita, restano aperti: nessuna minaccia li muove o li chiude. Perciò la giornata di Eluana, intesa come giornata, non esiste: esiste il non-mondo di Eluana.
    Oggi questa donna di 36 anni sta al secondo piano della clinica, in una stanza da sola, dove siamo entrati anche noi. Non raramente è in penombra, con suor Rosangela quasi sempre accanto a lei. Lo fa dal 7 aprile del 1994. Prima, per quasi due anni, Eluana, finita fuoristrada con l’auto, spedita d’urgenza in rianimazione, a poco più di vent’anni – tanti ne aveva... – era stata ricoverata nel reparto di lungodegenza riabilitativa dell’ospedale di Sondrio. Risultati della rianimazione? Deprimenti. Ma «faremo il possibile», aveva promesso il primario di Sondrio.
    Le hanno in effetti tentate tutte. Anche in questo caso, miglioramenti pari allo zero. Un giorno una compagna di scuola di Eluana è andata a trovarla proprio mentre la spostavano dal letto, usando un paranco: «Come se fosse un sacco di patate, lei che non voleva farsi mettere le mani addosso da nessuno...». Lo shock è stato tale da tenere questa ragazza lontana dall’ospedale per un bel po’.
    Ogni briciola di quella speranza invocata qualche settimana fa in una lettera fraterna anche dal cardinal Tettamanzi è sparita in fretta. E non da sola. Anche la mamma di Eluana, restando accanto alla figlia, «si è consumata». Non compare mai, nelle interviste o in pubblico, perché si è ammalata di cancro e sta malissimo. Papà Beppino le fa da scudo, come fa da scudo alla figlia. I medici gli avevano suggerito: «Pensa alla tua vita, per Eluana non puoi fare più nulla, ci pensiamo noi». Ma questi Englaro, a dispetto di tutto, erano e sono una famiglia unita: e il papà non ha mai mollato per pensare a sé stesso, perché «Eluana intendeva la vita come libertà di vivere, tra noi c’era come un patto di rispetto reciproco delle nostre volontà». Parlando della figlia, l’ha definita «un cristallo». I pezzi di quel cristallo, i cocci della fragilità di una creatura, forse potranno avere sepoltura grazie a un tribunale, o forse no.
    Al momento, accanto alla ragazza in questo stato «da 6082 giorni, 16 anni sette mesi e ventitré giorni», come scandisce il papà, ci sono i peluche, le sue foto al mare e sugli sci, i cassetti sono colmi di quegli abiti, di quella biancheria che la mamma esausta e piangente ha continuato a comprare, perché voleva che la figlia, bella, fosse bellissima. La sua bellezza ancora traspare, una bellezza di porcellana, dove qualcuno scorge il soffio della vita, e qualcuno no: ne intravede solo il diafano ricordo, un fantasma traslucido. Ma d’altra parte, gli stessi medici, al papà che chiedeva lumi, non avevano risposto: «Non abbiamo risposte, non abbiamo soluzioni»? Sua figlia, gli avevano detto, è una «non-morta, con gravi handicap».
    Tutti, compresa e forse soprattutto la suora, e anche il professor Carlo Defanti, il neurologo che si è detto disponibile a staccare il sondino di questa sua paziente, hanno spiato la quotidianità di questa «non-morta». Mai un cenno, mai hanno percepito uno sguardo, mai una sensazione che qualche cosa della sua volontà, della sua energia sprizzasse all’esterno del guscio della pelle. E così non restano da fare che alcune cose pratiche. C’è stato chi, nelle polemiche venate di crudeltà che caratterizzano questa vicenda umana, clinica e giuridica, si è spinto sino a dire che Eluana fa anche ginnastica. La situazione è, in sintesi, questa.
    Ogni pomeriggio alle 17 una sacca beige, con dentro un «pappone», un composto di nutrimenti e medicine, viene pompato, attraverso il sondino nasogastrico, direttamente nello stomaco di Eluana, che ha perso la capacità di deglutire, non potrebbe cioè essere imboccata. Questo pasto dura dodici ore. Poi viene sostituito dalla sacca dell’acqua, per l’idratazione. Per evitare le piaghe – e non se n’è mai formata una, tanto è efficiente l’amore di suor Rosangela – Eluana viene spostata dal letto.
    E qua non c’è il paranco, come nell’ospedale, e non ci sono infermieri che protestano per la fatica: questa religiosa con spalle da artigliere l’abbranca, circonda con le sue forme e la sua forza quel fragile essere dalla testa ciondolante, mette Eluana a sedere sulla carrozzella, per un paio d’ore circa. Quando non ci sono giornalisti e fotografi (sarebbe vietato fotografare e pubblicare chi è incapace di intendere e volere, ma non si sa mai), la trasporta nel piccolo giardino, con panchine di pietra e fiori profumati. Comunque, Eluana va sorvegliata a vista, perché se non è imbracata, può cadere in avanti.
    Poi c’è la fisioterapia passiva, cioè «le mani altrui», un concetto che per Eluana equivaleva a una violenza, la toccano, la muovono, danno tono per quel che si può ai muscoli inerti come gomma. Succede anche tre volte al giorno, il tempo deve passare, le cure si devono eseguire. Ed è così che «la mamma si è consumata come una candela accanto alla figlia», lamentandosi perché «non l’hanno lasciata morire». Lo stesso papà Beppino, vincendo il pudore che tante volte lo frena, una volta ha detto al cronista che «Sati è morta dentro quando è morta Eluana, e poi è sopravvissuta a se stessa, distruggendosi».
    Eluana, nel letto, senza fame, senza sete, senza riconoscenza, senza affetto (lo affermano i neurologi) resta ignara di questa battaglia e di questi dolori dei suoi amatissimi genitori, e pure dei tanti pensieri e delle emozioni che causa la sua tragedia. Il papà, invece, convinto, forse anche da socialista vecchia maniera, che «la sola libertà è dentro la società» non ha accettato quel concetto di «portatela a casa, la facciamo morire di nascosto». Ancora ieri ripeteva: «Da quello che si è creato clinicamente, solo clinicamente si può uscire»
     
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  2. Sigfrido
     
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    l'uso che si sta facendo di questa vicenda politicamente rende tutto ancora peggiore, se possibile:

    http://temi.repubblica.it/micromega-online...-istituzionale/

    http://www.libertaegiustizia.it/rassegna/r...d_articolo=3578
     
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  3. 85moon85
     
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    Nel 2004 Beppino Englaro scrisse una lettera all'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi chiedendogli aiuto, ma quest'ultimo non gli rispose.

    E' chiaro che non rispose all'epoca.. non gli serviva politicamente.. non gliene poteva fregare di meno.. di un povero padre con tragedia simile..

    Non gli serviva.. per dare una spallata alla costituzione e al presidente della repubblica.. anzi era un problema ..una rogna.. senza un ritorno politico adeguato..

    E' cosi' evidente.. da fare schifo..
     
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  4. *coccinella*
     
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    CITAZIONE (Sigfrido @ 8/2/2009, 20:51)
    l'uso che si sta facendo di questa vicenda politicamente rende tutto ancora peggiore

    Infatti, trovo ke sia davvero 1 cosa pessima :(
     
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  5. mj3
     
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    Grazie Sigfrido per questo link. La vicenda di Eluana è così complessa che non mi permetto di dare alcun giudizio ma sulla questione politica c'è tanto da conoscere e denunciare...
     
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  6. *coccinella*
     
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    ....Appena finito di guardare il tg...
    ...ELUANA E' MORTA....
     
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  7. rosy84d
     
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    Spero che almeno ora la facciano riposare in pace e che tutte queste polemiche possano finire...
     
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  8. georgie123
     
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    CITAZIONE (rosy84d @ 9/2/2009, 21:42)
    Spero che almeno ora la facciano riposare in pace e che tutte queste polemiche possano finire...

    Lo spero anche io.è difficile prendere una posizione sulla situazione in sè, lasciando al di fuori tutto il resto.
    Io in questi giorni mi sono chiesta tante volte al posto dei genitori cosa avrei fatto, e non è facile trovare una risposta.
    Per come sono io,avrei continuato a sperare, ma non mi permetto di giudicare le scelte dei suoi genitori.
     
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  9. e se c'ero dormivo
     
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    ...credo (e spero tanto di sbagliarmi!)che la parte più triste ancora debba arrivare: sicuramente le verranno vietati i funerali in chiesa.Come accadde a Welby. E'logico: una assassino pluripregiudicato ha tranquillamente funerali cattolici. Eluana non è degna.
    Che schifo.
     
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  10. Utnapistim
     
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    Ad Eluana non verrano vietati i funerali cattolici perché non credo abbia deciso di sua spontanea volontà di non essere più alimentata artificialmente. Al di là di tutte le chiacchiere inutili che da una parte e dall' altra si stanno facendo, sarebbe piuttosto necessario un dibattito sul testamento biologico.
    Un accordo, fatto in maniera democratica, impedirebbe speculazioni e strumentalizzazioni e, forse, proprio per questo non si raggiungerà mai.
     
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  11. georgie123
     
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    Io oggi ho sentito in tv che ad Eluana non verranno fatti i funerali,ma riceverà solo una benedizione dal prete.
    Credo davvero che questa sia una cosa ingiusta!

    CITAZIONE (e se c'ero dormivo @ 10/2/2009, 11:22)
    E'logico: una assassino pluripregiudicato ha tranquillamente funerali cattolici. Eluana non è degna.
    Che schifo.

    quoto
     
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  12. rosy84d
     
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    Di strumentalizzazioni e speculazioni sia politiche che me mediatiche ce ne sono state fin troppe e questa,a mio sapere,è stata la parte più brutta della vicenda...approfittare del dolore altrui per fare audience o comizi politici è una così terribile.Successe anche all'epoca di Welby e anche allora ci fu un dibattito sul testamento biologico ma poi non se ne parlo più e non ci fu nessun accordo.
     
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  13. *coccinella*
     
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    CITAZIONE (georgie123 @ 10/2/2009, 22:30)
    Io oggi ho sentito in tv che ad Eluana non verranno fatti i funerali,ma riceverà solo una benedizione dal prete.
    Credo davvero che questa sia una cosa ingiusta!

    L'ho senito io pure....1 benedizione soltanto prima della sepoltura!!
     
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  14. mj3
     
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    Da: http://www.robertosaviano.it/documenti/9957

    Chiedete scusa a Beppino Englaro

    di Roberto Saviano
    
    DA ITALIANO sento solo la necessità di sperare che il mio paese chieda scusa a Beppino Englaro. Scusa perché si è dimostrato, agli occhi del mondo, un paese crudele, incapace di capire la sofferenza di un uomo e di una donna malata. Scusa perché si è messo a urlare, e accusare, facendo il tifo per una parte e per l'altra, senza che vi fossero parti da difendere.

    Qui non si tratta di essere per la vita o per la morte. Non è così. Beppino Englaro non certo tifava per la morte di Eluana, persino il suo sguardo porta i tratti del dolore di un padre che ha perso ogni speranza di felicità - e persino di bellezza - attraverso la sofferenza di sua figlia. Beppino andava e va assolutamente rispettato come uomo e come cittadino anche e soprattutto se non si condividono le sue idee. Perché si è rivolto alle istituzioni e combattendo all'interno delle istituzioni e con le istituzioni, ha solo chiesto che la sentenza della Suprema Corte venisse rispettata.

    Senza dubbio chi non condivide la posizione di Beppino (e quella che Eluana innegabilmente aveva espresso in vita) aveva il diritto e, imposto dalla propria coscienza, il dovere di manifestare la contrarietà a interrompere un'alimentazione e un'idratazione che per anni sono avvenute attraverso un sondino. Ma la battaglia doveva essere fatta sulla coscienza e non cercando in ogni modo di interferire con una decisione sulla quale la magistratura si stava interrogando da tempo.

    Beppino ha chiesto alla legge e la legge, dopo anni di appelli e ricorsi, gli ha confermato che ciò che chiedeva era un suo diritto. È bastato questo per innescare rabbia e odio nei suoi confronti? Ma la carità cristiana è quella che lo fa chiamare assassino? Dalla storia cristiana ho imparato a riconoscere il dolore altrui prima d'ogni cosa. E a capirlo e sentirlo nella propria carne. E invece qualcuno che nulla sa del dolore per una figlia immobile in un letto, paragona Beppino al "Conte Ugolino" che per fame divora i propri figli? E osano dire queste porcherie in nome di un credo religioso. Ma non è così. Io conosco una chiesa che è l'unica a operare nei territori più difficili, vicina alle situazioni più disperate, unica che dà dignità di vita ai migranti, a chi è ignorato dalle istituzioni, a chi non riesce a galleggiare in questa crisi. Unica nel dare cibo e nell'essere presente verso chi da nessuno troverebbe ascolto. I padri comboniani e la comunità di sant'Egidio, il cardinale Crescenzio Sepe e il cardinale Carlo Maria Martini, sono ordini, associazioni, personalità cristiane fondamentali per la sopravvivenza della dignità del nostro Paese.

    Conosco questa storia cristiana. Non quella dell'accusa a un padre inerme che dalla sua ha solo l'arma del diritto. Beppino per rispetto a sua figlia ha diffuso foto di Eluana sorridente e bellissima, proprio per ricordarla in vita, ma poteva mostrare il viso deformato - smunto? Gonfio? - le orecchie divenute callose e la bava che cola, un corpo senza espressione e senza capelli. Ma non voleva vincere con la forza del ricatto dell'immagine, gli bastava la forza di quel diritto che permette all'essere umano, in quanto tale, di poter decidere del proprio destino. A chi pretende di crearsi credito con la chiesa ostentando vicinanza a Eluana chiedo, dov'era quando la chiesa tuonava contro la guerra in Iraq? E dov'è quando la chiesa chiede umanità e rispetto per i migranti stipati tra Lampedusa e gli abissi del Mediterraneo. Dove, quando la chiesa in certi territori, unica voce di resistenza, pretende un intervento decisivo per il Sud e contro le mafie.

    Sarebbe bello poter chiedere ai cristiani di tutta Italia di non credere a chi soltanto si sente di speculare su dibattiti dove non si deve dimostrare nulla nei fatti, ma solo parteggiare. Quello che in questi giorni è mancato, come sempre, è stata la capacità di percepire il dolore. Il dolore di un padre. Il dolore di una famiglia. Il "dolore" di una donna immobile da anni e in una condizione irreversibile, che aveva lasciato a suo padre una volontà. E persone che neanche la conoscevano e che non conoscono Beppino, ora, quella volontà mettono in dubbio. E poco o nullo rispetto del diritto. Anche quando questo diritto non lo si considera condiviso dalla propria morale, e proprio perché è un diritto lo si può esercitare o meno. È questa la meraviglia della democrazia. Capisco la volontà di spingere le persone o di cercare di convincerle a non usufruire di quel diritto, ma non a negare il diritto stesso. Lo spettacolo che di sé ha dato l'Italia nel mondo è quello di un paese che ha speculato sull'ennesima vicenda.

    Molti politici hanno, ancora una volta, usato il caso Englaro per cercare di aggregare consenso e distrarre l'opinione pubblica, in un paese che è messo in ginocchio dalla crisi, e dove la crisi sta permettendo ai capitali criminali di divorare le banche, dove gli stipendi sono bloccati e non sembra esserci soluzione. Ma questa è un'altra storia. E proprio in un momento di crisi, di frasi scontate, di poco rispetto, Beppino Englaro ha dato forza e senso alle istituzioni italiane e alla possibilità che un cittadino del nostro Paese, nonostante tutto, possa ancora sperare nelle leggi e nella giustizia. Sarebbe bello se l'epilogo di questa storia dolorosa potesse essere che in Italia, domani, grazie alla battaglia pacifica di Beppino Englaro, ciascuno potesse decidere se, in caso di stato neurovegetativo, farsi tenere in vita per decenni dalle macchine o scegliere la propria fine senza emigrare. È questa l'Italia del diritto e dell'empatia - di cui si è già parlato - che permette di rispettare e comprendere anche scelte diverse dalle proprie, un'Italia in cui sarebbe bellissimo riconoscersi.

     
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  15. gioiavera
     
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    Il dolore è in me,
    ma tu non lo vedi,
    non lo puoi vedere,
    perché non ci sei.

    Il dolore è nel mio cuore,
    che grida amore,
    quell’amore che tu non riesci a cogliere.

    Il dolore è nella mia mente,
    dove tu sei presente,
    sebbene lontano,
    annebbiando i miei pensieri.

    Il dolore è nella mia vita solitaria,
    in ogni attimo vissuto,
    senza che tu mi sia accanto.

    Il dolore è nel sentirti così lontano da me.
    Il dolore è nell’amarti e non poterti amare.
    Il dolore è nel desiderarti e non poterti avere.
    Il dolore è nel non avere più la speranza
    di poter essere amata da te senza dolore
     
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15 replies since 8/2/2009, 14:20   297 views
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