vivere per sé e/o vivere per gli altri

questioni di lana caprina

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  1. peterpan1985
     
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    CITAZIONE (nome @ 9/4/2006, 10:22)
    Non è una forma di egoismo, pittosto una necessità: se io non sto bene non posso aiutare gli altri.

    È pur vero che se non stanno bene gli altri, cioè le persone a me più care, io non posso stare bene...è una sorta di simbiosi inconscia e spontanea, almeno per me...
     
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  2. noicheincominciamo
     
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    In linea di massima sono d'accordo con te, Peterpan, però ammetto che diverse persone a me care stanno male "cronicamente", soffrendo di quel "mal di vivere" che non ti fa essere contento manco quando, apparentemente, va tutto bene. Allora, se sono emergenze, vedi ristrettezze economiche o problemi di salute dei tuoi cari o dei loro familiari, o anche un momento di crisi particolarmente acuta, si corre immediatamente al capezzale, si mette mano al portafogli, si rimanda l'impegno importante per restare anche solo al telefono una notte intera. Quando parlavo di sacrificio inutile mi riferivo, senza voler generalizzare, a casi in cui il malessere sia diventato cronico: ristrettezze economiche permanenti, depressione, eterne crisi amorose... In quel caso, sacrificare qualcosa di diverso dal tuo tempo, la tua pazienza, parte delle tue risorse, rischia di rovinare la vita a te, senza risolvere il problema agli altri. Ricordo un raccontino letto alle elementari: in riva a un lago, un mendicante chiedeva a non so che santo un pesce, e quest'ultimo glielo negava, insegnandogli invece a pescare. A vivere, invece, manco si può insegnare perché ciascuno ha il suo metodo: in quel caso, forse, si dovrebbe suggerire che sarebbe ora d'imparare a pescare.
    In linea di massima, si dovrebbe forse imparare a conoscere il valore della propria esistenza, prima di sacrificarla: è facile buttare alle ortiche qualcosa che non tieni in gran conto, che sia o meno per una giusta causa. Se senti di non valere niente, come succede specialmente a diverse ragazze che conosco, non ci metti niente a fare la vittima sacrificale. Quanto sarebbe più ammirevole, a quel punto, la scelta di "sacrificarsi" una volta consapevoli di quanto si stia facendo.
     
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  3. ciegantifaz
     
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    Aiutare è un gesto egoista...è un atto che si compie per compiacersi della propria persona, della propria arte e capacità di ascoltare o di empatizzare col prossimo.
    Come dice una noto intellettuale di cui non dirò il nome, non bisogna essere né cattolici né capitalisti. Il "cattolico" mette gli altri davanti a sé, anche falsamente, compiacendosi privatamente e pubblicamente di fustigarsi per una causa, un ideale. Il capitalista mette se stesso davanti, dimenticandosi degli spin di comunicazione. Bisogna essere comunisti...tutti sulla stessa barca, non io dinanzi agli altri né gli altri dinanzi a me...


    :D :D

    il noto intllettuale ora si sta facendo pane e marmellata nel salotto! :D e vi saluta
     
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  4. Nefzawi
     
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    Aiutare gli altri non è un gesto egoista, ma una sorta di completamento. Si fa per gli altri qualcosa così che possano stare meglio. E, se lo si fa con sincerità, si completa la propria anima, si capiscono cose che prima erano lontane anni luce.
    Dai diciotto anni ho iniziato a fare volontariato presso un' associazione che faceva doposcuola ai bambini di Scampia ( da qualche anno ho smesso per problemi miei ). Il loro sorriso, l' ingenuità nell' errore, la volontà di rapportarsi a me, comunque, con quel loro italiano sbilenco, sono i ricordi più belli che ho, l' unico guadagno tangibile che ne ho ricavato ( altre cose interessano la crescita della mia anima e quindi le tengo per me ).
    Alcuni dei " miei " ragazzi oggi hanno un diploma, che in una realtà dove l' analfabetismo era caratteristica comune, è molto ( dico era perchè qualcosa sta cambiando ).
    Il " fare " e il " non fare " qualcosa sono solo delle scatole vuote, degli strumenti freddi, inanimati. è l' uomo che li riempie di anima, di sincera volontà. Senza dubbio c'è chi trae vantaggi, anche economici, dalla beneficenza, dal mecenatismo, dal volontariato stesso. Ma questo non annulla l' enorme valore morale e concreto dell' operato di chi fa qualcosa per gli altri senza apettarsi niente in cambio.
    P.S. non è necessario essere devoti solo agli altri ed annullare sé stessi per fare qualcosa di buono.
     
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  5. Hilary85
     
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    vivere x gli altri va bene ma fino ad 1 certo punto..gli altri esistono fino a quando poi non diventano causa di danno x noi con comportamenti non proprio positivi...a quel punto meglio vivere x se stessi senza pensare a nessuno...fidarsi di poche persone ma buone! chi pensa ai fatti propri e dà poco peso al giudizio e ai pensieri della gente "campa 100 anni in più!"

    CITAZIONE (peterpan1985 @ 7/1/2008, 15:37)
    È pur vero che se non stanno bene gli altri, cioè le persone a me più care, io non posso stare bene...è una sorta di simbiosi inconscia e spontanea, almeno per me...

    quotissimo! se sei in ansia x le persone care non vivi bene nemmeno la tua vita :D
     
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  6. GaborKinski
     
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    Sono profondamente cattolico.
     
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  7. peterpan1985
     
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    Totalmente d'accordo con Nefzawi ed in parte con noicheincominciamo...

    CITAZIONE (ciegantifaz @ 11/1/2008, 11:12)
    Aiutare è un gesto egoista...è un atto che si compie per compiacersi della propria persona, della propria arte e capacità di ascoltare o di empatizzare col prossimo.
    Come dice una noto intellettuale di cui non dirò il nome, non bisogna essere né cattolici né capitalisti. Il "cattolico" mette gli altri davanti a sé, anche falsamente, compiacendosi privatamente e pubblicamente di fustigarsi per una causa, un ideale. Il capitalista mette se stesso davanti, dimenticandosi degli spin di comunicazione. Bisogna essere comunisti...tutti sulla stessa barca, non io dinanzi agli altri né gli altri dinanzi a me...

    ...E "rosso di sera bel tempo si spera" dove lo metti? Io direi pure "donne e buoi dei paesi tuoi".... :blink: <_<
     
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  8. ciegantifaz
     
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    CITAZIONE
    ..E "rosso di sera bel tempo si spera" dove lo metti? Io direi pure "donne e buoi dei paesi tuoi".... :blink: <_<

    Beh..rosso di sera e mogli e buoi non c'entrano molto. Se volevi sottintendere l'utilizzo di un "luogo comune" fatto dal mio intellettuale di fiducia, sono mortificata, ma sei in errore.
    Quelle da me scritte e da lui descritte sono linee teoriche e non luoghi comuni. Li puoi trovare in qualsiasi libro, sviluppate in maniera più o meno esaustiva a seconda del livello, a partire dai testi per le elementari.

    Mi meraviglio che un illustre intellettuale dello stimato circolo del Chiostro di Porta di Massa non distingua la differenza tra un luogo comune, un proverbio e/o motto popolare e una semplice descrizione.

    Comunque mogli e buoi dei paesi tuoi è molto più valida di quello che la media della gente pensa... rosso di sera, no! che col globalwarming pure i proverbi c'hanno inguaiato! :)



    L'etica sociale (diversa dall'altruismo, dall'autocelebrazione etc etc) è qualcosa che in uno Stato perfetto dovrebbe essere gestito dallo Stato stesso. Ma lo Stato attualmente non è capace...
    In generale, è un impegno costante e duraturo. È un lavoro. Nel pieno del termine. Con vantaggi e svantaggi di un impiego. E le stesse responsabilità.

    Se deve rimanere un bel ricordo nell'album dell'"io ho fatto, io ho detto, io ho pensato" è solo una vacua vanità, di cui ci si può risparmiare la memoria.

    CITAZIONE (GaborKinski @ 11/1/2008, 13:57)
    Sono profondamente cattolico.

    Si Giancà...si capiva! :)

    Edited by Sigfrido - 11/1/2008, 22:20
     
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  9. indianaxxx
     
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    quando ero piu piccola ero molto altruista..fin troppo..cosi ho imparato a non esserlo piu, o almeno solo con chi credo sia giusto e me lo mette in quel posto!molte persone che ho aiutato mi hanno voltato le spalle..ingenuità?be credo di si...ma hom imparato ormai e so0n diventata piu egoista..penso prima bene ai fatti miei!e per ora io do tutta me stessa solo per a mia famiglia e per il mio migliore amico, del resto proprio oggi ho avuto un 'altra delusione da una persona lla quale credevo...quindi..!!!

    CITAZIONE (indianaxxx @ 11/1/2008, 19:28)
    quando ero piu piccola ero molto altruista..fin troppo..cosi ho imparato a non esserlo piu, o almeno solo con chi credo sia giusto e me lo mette in quel posto!molte persone che ho aiutato mi hanno voltato le spalle..ingenuità?be credo di si...ma hom imparato ormai e so0n diventata piu egoista..penso prima bene ai fatti miei!e per ora io do tutta me stessa solo per a mia famiglia e per il mio migliore amico, del resto proprio oggi ho avuto un 'altra delusione da una persona lla quale credevo...quindi..!!!

    scusate volevo dire " chi credo sia giusto e non me lo mette in quel posto" haha ho manncato il NON
     
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  10. ciegantifaz
     
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    CITAZIONE (indianaxxx @ 11/1/2008, 19:28)
    quando ero piu piccola ero molto altruista..fin troppo..cosi ho imparato a non esserlo piu, o almeno solo con chi credo sia giusto e me lo mette in quel posto!molte persone che ho aiutato mi hanno voltato le spalle..ingenuità?be credo di si...ma hom imparato ormai e so0n diventata piu egoista..penso prima bene ai fatti miei!e per ora io do tutta me stessa solo per a mia famiglia e per il mio migliore amico, del resto proprio oggi ho avuto un 'altra delusione da una persona lla quale credevo...quindi..!!!

    ah! maledetto darwin! Se davvero esistesse una selezione naturale!!

    Beh!Scherzi a parte. tutti l'abbiamo preso in culo. non fai parte di una categoria speciale come i "diversamente abili".
    Comunque dovresti metterti d'accordo, sei più egoista di 30% rispetto all'epoca delle elementari ma solo nei settori A, F e G (vedere Legenda) mentre sei rimasta altruista come prima nei settori B, C ed E o forse addirittura hai incrementato di un 15% l'alruismo del settore C...

    Le evoluzioni sono la norma in un ciclo vitale.
    E anche scegliere a chi dedicare tempo e attenzioni e a chi no.

    Edited by ciegantifaz - 12/1/2008, 10:16
     
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  11. El-rei
     
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    Stamane, quando ho letto il post di ciegantifaz, ho avuto un immediato moto di approvazione,anche perchè Flavia è stata nominata da me (a sua insaputa) mia anima gemella con cariotipo sbagliato.Tanto più che molti miei sfozi degli ultimi tempi sono stati volti al riconoscimento dei tratti narcisistici miei e delle persone con cui me la faccio...

    Oggi però mi è capitato di esser stato tenuto per due ore e mezza a telefono da una lontana parente, giovane gravemente ammalata e alla ricerca disperata di una fasla speranza; chi mi conosce sa che questi accidenti provocano in me una privata trasformazione viperesca cum magna jastemma, tuttavia stavolta mi sono prestato senza lagnarmi e subito dopo mi è venuta in mente questa discussione.

    Allora proporrei a ciegantifaz di ribaltarne i termini: l'altruismo è (almeno in parte) narcisistico; embè?
    Volete sapere cosa ho provato quando parlavo a telefono con la malcapitata?
    Imbarazzo, per la mia integrità fisica. Senso di colpa, per la mia integrità fisica. E già che ci siamo anche perchè non sono il figlio perfetto, il fidanzato perfetto, il medico perfetto, l'uomo perfetto.
    Forse ho atteso anche che la mia personalità numero 3 venisse a consolarmi dicendomi che non sono poi malaccio.
    Forse poi ho ringraziato il Fato di essere dall'altra parte della cornetta.
    Comunque nessuna emozione sconvolgente. Ordinaria manutenzione.

    Ma ho provato anche pietas, alla maniera cristiana forse, come l'ha enunciata Tertulliano. E in tutto questo, credo, IO non c'ero, non c'entravo, c'era solo lei, denudata e affannata dalla paura.
    Mi sono ricordato di quando, poche settimane fa, ho sperato di leggere negli occhi del mio compagno la pietà, per me per quello che sono per le mie miserie per la paura di fronte alla vita; per stronzate in fin dei conti. Eppure sono affetto da una cronica incapacità a chiedere aiuto, da una discrezione e da una riluttanza pudica nei confronti delle mie difficoltà.

    Allora forse c'è un sentimento che è solo in parte, o per nulla, autoreferenziale, che è davvero la misura di quanto questa Ruota della Fortuna, con i suoi giri casuali, ci renda uguali.

    Dal momento che forse non esiste redenzione nè resurrezione, perchè mai, infine, non potremmo provare la commiserazione, sia pure commista all'autocommiserazione?

    Edited by El-rei - 11/1/2008, 19:53
     
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    CITAZIONE (Nefzawi @ 11/1/2008, 12:56)
    Aiutare gli altri non è un gesto egoista

    Sono d'accordo; talvolta mi capita di pensarci, quando devo uscire con la macchina dal cortile e c'è al suolo qualche chiocciola, millepiedi o altro animaletto strisciante, che mi chino a raccogliere e spostare lontano dalla traiettoria dei veicoli; nessuno mi ricompenserà per averli salvati... :rolleyes:
     
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  13. noicheincominciamo
     
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    Devo dire che la polemica compagna dell'intellettuale divoramarmellate (venite a divorare la mia nutella global, a Pasqua!) non ha mai strombazzato il suo, di volontariato! Ma chi parla di esperienze positive che magari lo mettano anche in buona luce non lo fa necessariamente per vantarsene. Anche "l'altruismo" inteso in senso classico potrebbe scaturire da ragioni più complesse dell'autocompiacimento, che resta nella maggior parte dei casi una componente fondamentale di esso.
    Gesù si chiedeva che merito avremmo ad amare solo gli amici: ma se non sono più disposta, in linea di massima, a sacrificarmi per le persone che amo, figurarsi quanto mi sacrificherei per perfetti sconosciuti!
    La massima dell'intellettuale, immagino, è uno di quegli aforismi spensierati ma non troppo, che ti propongono in due parole una visione del mondo. Per sviscerarla, meglio sedersi insieme davanti a un pacco di biscotti e a un vasetto di marmellata, piuttosto che cercare chiarimenti nella battuta stessa.
    Una parola su "moglie e buoi dei paesi tuoi": secondo me il vantaggio più grande è poter litigare nella stessa lingua!
    M'interessava il concetto di "etica sociale": così su due piedi mi fa un po' paura uno stato che gestisce l'etica, ma mi vengono in mente esempi interessanti da altri paesi. Pascarie'... spiegatevi meglio!
    D'accordissimo con Nefzawi, se non si era capito, che non debba sacrificare te stesso per fare del bene! Ma la discussione verte proprio su quei casi in cui ti si chiede, o chiedi a te stesso, di sacrificare qualcosa d'importante a vantaggio di qualcun altro.
     
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  14. ciegantifaz
     
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    CITAZIONE (El-rei @ 11/1/2008, 19:44)
    Stamane, quando ho letto il post di ciegantifaz, ho avuto un immediato moto di approvazione,anche perchè Flavia è stata nominata da me (a sua insaputa) mia anima gemella con cariotipo sbagliato

    Ahuahuahu! e vienimi a trovare che ti cambio i cariotipi!!

    CITAZIONE
    Imbarazzo, per la mia integrità fisica. Senso di colpa, per la mia integrità fisica. E già che ci siamo anche perchè non sono il figlio perfetto, il fidanzato perfetto, il medico perfetto, l'uomo perfetto.

    Sei l'unico medico giovane che conosco da cui mi farei curare. Da altri non mi farei limare manco le unghie.

    Ad ogni modo, d fronte al Caso e in particolare alle malattie, lasciamelo dire, è comune il senso di colpa, anche se irragionevole e immotivato.
    Altrimenti dovremmo provare sensi di colpa solo per essere dalla parte dell'emisfero che può permetersi il lusso di avere il polpettone, farsi le canne e scrivere troiate su un forum (non necessariamente questo, eh?! come direbbe Maria: massimo rispetto!)
    Fino a sentirsi in colpa per il solo semplice atto del "respirare"...

    inspira...espira...inspira...espira

    e invece è molto più semplice. Il narcisismo c'è. Come il senso di colpa (altrimenti, secondo ciò che scrivono i più illustri manuali di pisichiatria forense, senza questo "sesto senso" saremo tutti dei serial killers o tutti Cavalieri dello Zodiaco, perché no!). I sentimenti, fino ad una certa misura, non misurabile ma nota, sono tutti "normali"...

    CITAZIONE
    Perchè mai, infine, non potremmo provare la commiserazione, sia pure commista all'autocommiserazione?

    Ma io non affermo che "non si può provare commiserazione" o autocommiserazione...
    Trovo che spacciare questi sentimenti per altruismo, bontà, amore per il prossimo etc etc etc sia una solenne menzogna, molto occidentalgrassocciamangiotrevoltealgiorno.



    CITAZIONE (noicheincominciamo @ 11/1/2008, 19:55)
    Una parola su "moglie e buoi dei paesi tuoi": secondo me il vantaggio più grande è poter litigare nella stessa lingua!

    Saggia Maria...è quello che avevo in mente nello scrivere di non sottovalutarlo, come proverbio!

    CITAZIONE
    M'interessava il concetto di "etica sociale": così su due piedi mi fa un po' paura uno stato che gestisce l'etica, ma mi vengono in mente esempi interessanti da altri paesi. Pascarie'... spiegatevi meglio!

    Qui non mi sono spiegata, effettivamente.
    Se lo Stato provvedesse ad una struttura sociale (detto anche Stato Sociale) efficiente, non avremmo bisogno di "forzarci" ad avere un'etica sociale (perché Sio're e Sio'ri, la verità, è che l'uomo è cattivello e uno si sforza di essere migliore...nun è accussì semplice!) e sarebbe quantomeno più semplice il sostegno e la partecipazione collettiva secondo un sentimento alieno da perversioni cattocolicanti...
    L'Etica è dell'individuo...Marchè, nun sacc si m'agg spiegat...



    Edited by Sigfrido - 11/1/2008, 22:22
     
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  15. noicheincominciamo
     
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    Sì, Pascarie', ti sei spiegata. Mi piace l'idea: se ci pensasse lo stato, a far andar bene le cose, non ci sarebbe bisogno di volontariato! Ma intanto, parafraso El-Rei, ben venga il narcisismo se è solo uno degli elementi e porta a cose buone. Se un misto di sensi di colpa e "senso etico" mi fa sentire "appost'", quando dedico parte del mio tempo agli altri, la cosa non mi dispiace molto, anche se ha perso di rilevanza, l'altruismo è ancora parte integrante della donna che vorrei essere.
    Ma qui si parlava di tutt'altro, Olcesamante si starà rivoltando nella tomba! :woot: Vabbuo', chissene... :shifty:

    Edited by Sigfrido - 11/1/2008, 22:27
     
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44 replies since 9/4/2006, 00:13   1038 views
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