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.CITAZIONE (Miku @ 9/4/2006, 21:11)non sono precisi quei versi: chiunque potrebbe confermarlo.
Insisto: è troppo meccanica la vostra pulsione a vedere dialefe dove io vedo sinalefe, e viceversa. Tutti i miei endecasillabi sono endecasillabi, e la lettura n'esce melodiosa. Li ho letti a voce e è una delizia mellea, la papillata lingua si consola. Non capisco perché ostinarsi a negare articolazioni di questo tipo:1eù 2ther 3fic 4cò 5la 6spa 7da 8pei 9suoie 10re 11di
1per 2ch'el 3laè 4pa 5la 6cia 7na 8en 9pa 10la 11bra
1si 2vo 3suo 4dis 5so 6nar 7no 8ia 9no 10iaè 11di
1fàial 2giar 3di 4no 5d'a 6pol 7loehai 8l'a 9la 10gla 11bra
Edited by Hamlet da Hamelin - 10/4/2006, 01:33. -
Miku.
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CITAZIONE (Hamlet da Hamelin @ 10/4/2006, 01:28)CITAZIONE (Miku @ 9/4/2006, 21:11)non sono precisi quei versi: chiunque potrebbe confermarlo.
Insisto: è troppo meccanica la vostra pulsione a vedere dialefe dove io vedo sinalefe, e viceversa. Tutti i miei endecasillabi sono endecasillabi, e la lettura n'esce melodiosa. Li ho letti a voce e è una delizia mellea, la papillata lingua si consola. Non capisco perché ostinarsi a negare articolazioni di questo tipo:1eù 2ther 3fic 4cò 5la 6spa 7da 8pei 9suoie 10re 11di
1per 2ch'el 3laè 4pa 5la 6cia 7na 8en 9pa 10la 11bra
1si 2vo 3suo 4dis 5so 6nar 7no 8ia 9no 10iaè 11di
1fàial 2giar 3di 4no 5d'a 6pol 7loehai 8l'a 9la 10gla 11bra
Suvvia, lasciamo perdere, ognuno fa come gli pare, non è importante.
P.s.
Avere in gran dispitto, però, uno che la sa lunga in fatti di vil metrica (non io, sia chiaro), mi sembra un cicino presuntuoso: ricorda quanto si diceva sulla compostezza e sulla misura. Non è un aspetto secondario.
Saluti secondari,
Miku
Edited by Miku - 10/4/2006, 09:29. -
Lohengrin80.
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ragazzi siate clementi... ci ho provato anche io... e non l'avrei mai creduto... spero che almeno gli endecasillabi siano stati rispettati.... SONETTO
Rubai il tempo ai marmi: fidi compagni?
Esiliati or i candidi puttini
Non più salito ove piegai i calcagni
Qui sono alla ricerca dei puntini
Simpatica è la singolar tenzone
Osare incanutir i savi capi!
Pioggia e nubi; sì ruina l'emozione
Altro dì mi nutriran candide api
Il cigno presi da' sogni e tesori
Erte lascia le gaie promesse
Che sia or causa di vostri rii dolori?
Angeli, santi, castrati e fanti
Da me rubati, con fervor pregati
Intoneran con gioia questi canti?
Edited by Hamlet da Hamelin - 10/4/2006, 12:45. -
.CITAZIONE (Miku @ 10/4/2006, 09:28)Avere in gran dispitto, però, uno che la sa lunga in fatti di vil metrica (non io, sia chiaro), mi sembra un cicino presuntuoso
Il dispitto era una finzione letteraria. Ma allora sei lettore ingenuo!
Forse i piani narrativi per te sono degli strumenti a tastiera che emettono voci pseudoumane, ciascun tasto un fabulema?
Dare del presuntuoso, poi, a me che sono il Supremo Araldo dell'Umilità!?* * * CITAZIONE (Lohengrin80 @ 10/4/2006, 12:04)Altro dì mi nutriran candide api
Angeli, santi, castrati e fanti
Bravo... solo questi due versi potranno lasciare perplessi (altrove, "gaie" può ben dieresizzarsi e valer tre sillabe) puristi e putridisti... ma non disti, con tal canto, tanto dallo splendor del triumpho tondo. Tali le correzion che corro a zuggerire:CITAZIONEAltro dì nutrirànmi candide api
Angeli, e santi, e castrati, e fanti
Nel primo dei due versi, ovviamente, si sillabi "can di deà pi"; e il secondo così:1an 2ge 3lie 4san 5ti 6e 7ca 8stra 9tie 10fan 11ti
Amen.
Edited by Hamlet da Hamelin - 10/4/2006, 13:09. -
.CITAZIONE (Outisemeuzontos @ 10/4/2006, 00:59)Chi inizia un topic posta-sonetti,
eviti questi strani dispetti.
Ma lo iniziai pensando più all'arte,
che al tecnicare, che i cuori sparte.* * *
Intanto mi giunge un messaggio occulto, che però qui disocculto (pur anonimandolo) perché altri potrebbero far la stessa osservazione, e cmq la cosa è, e la risposta a essa, didattica. E noi siam qui per reciproco imparamento!, che ci coesa la comunità e che le dà comune sentimento.CITAZIONEMi spieghi come questo lo consideri un endecasillabo?
Rubai il tempo ai marmi: fidi compagni?
Ebbene, è endecasilabo, benché sbilenco:1ru 2bail 3tem 4poai 5mar 6mi 7fi 8di 9com 10pa 11gni
gli accenti sono strani, ma si potrebbe accentare "marmi" "marmì", e saremmo a posto.
Edited by Hamlet da Hamelin - 10/4/2006, 13:35. -
tristanotradito.
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CITAZIONE (Miku @ 9/4/2006, 21:11)E poi sul serio non sono precisi quei versi: chiunque potrebbe confermarlo.
Chiunque non abbia pratica della poesia italiana:
Gli endecasillabi con distribuzione intera 2-6-10 / 4-8-10 sono sì preponderanti nella poesia classica italiana (Dante e Petrarca), ma non lo sono affatto ad esempio in Saba (potrei fare decine d'esempi: Meditazione, 1 stelle. Io sièdo alla finèstra e guàrdo; Ed amài nuovamènte e fù di Lina) e non sono certo rari, anche in Dante, endecasillabi con diverso ritmo interno: v. Inf. XXVII 124 A Minòs mi portò; e quelli attòrse; XXVIII 1 Chi porìa mai pur con paròle sciolte; Par. VII 67 Ciò che da lèi senza mèzzo distìlla.
Non è comunque da me che deve venire questa smentita: Marco è verseggiatore abbastanza abile da non prendere cantonae (almeno) in questa materia. C'è poi Fucktotum che tra le nostre leve è noto teorico della versificazione.. -
.CITAZIONE (tristanotradito @ 10/4/2006, 14:09)Chi porìa mai pur con paròle sciolte
Ah! è vero, questo ha gli accenti sulla terza e sull'ottava, e niente sulla quarta e sulla sesta!... ma siamo sicuri che non si debba leggere "Chi poria mài"? forse servono altri esempi...
(Eccomi autolesionista come al solito...)
(Scappo a mangiare, riaccenderò il computer domani, oggi devo contare i punti dell'Amicarium e se lo riaccendo non lavoro più!...)
Edited by Hamlet da Hamelin - 10/4/2006, 14:28. -
Outisemeuzontos.
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Scusate se intervengo.
Storicamente, l'endecasillabo deriva (voi meglio di me lo saprete) dal decasyllabe provenzale (non tanto da quello epico delle lasse dei poeti in lingua d'oil, ma proprio da quello lirico provenzale). Nel decasyllabe lirico, come in quello epico, c'è la pausa quinaria (il decasyllabe con accento sulla sesta e pausa settenaria è considerato un altro verso, mentre in italiano si parla sempre di endecasillabi, a maiore e a minore), e dunque quel verso ha l'obbligo di accento sulla quarta sillaba. Qualche volta però si trovano versi con accentata la terza, cosa che non ne inficia la regolarità: data la stretta connessione fra testo e partitura musicale, si considerava per convenzione comunque accentata la quarta sillaba anche in versi con una configurazione d'accento tipo 3-8-6 o 2-8-6. Da ciò deriva che in italiano medievale si dànno versi che non rispettano la cosiddetta legge di Bembo (che definisce regolari gli endecasillabi con accenti sulla quarta o sulla sesta sillaba): esempi si trovano in Dante: si pensi a versi tipo il seguente:
De li angeli che non furon ribelli...
che alcuni regolarizzano calcando l'intonazione su ''non''. In realtà è come se il verso fosse "de li angelì che non furon ribelli''.
Nella poesia contemporanea succede un'altra cosa: da un lato l'ironizzazione montaliana della metrica tradizionale, dall'altra lo sperimentalismo delle avanguardie, hanno diversamente ridefinito il concetto di regolarità metrica dei vecchi versi isosillabici. Così almeno la vedo io.
Quanto agli endecasillabi che avete citato, sono tutti perfettamente regolari.
Si intenda infatti l'endecasillabo come idealmente composto (almeno di principio) di un settenario (tronco) e di un quinario; o di un quinario (tronco) e un settenario. Il settenario conosce otto schemi: 1-6; 2-6; 3-6; 4-6; 1-3-6; 1-4-6; 2-4-6; o semplicemente 6. Il quinario ne prevede tre: 1-4; 2-4; o semplicemente 4.
Ne consegue che ognuna delle due configurazioni dell'endecasillabo (quello a maiore e quello a minore) contemplano ventiquattro schemi, per un totale di quarantotto combinazioni ritmiche differenti, che ognuno si può divertire a elencare. Gli esempi di Tristanotradito non sono affatto, lo ribadisco recisamente, irregolari. Svalete anche voi.
Edited by Outisemeuzontos - 10/4/2006, 20:05. -
tristanotradito.
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Ho citato dei versi danteschi che non assecondano, o non del tutto, la normale distribuzione 2+6+10 o 4+8+10 (statisticamente preponderante nella Commedia) e con questo non intendevo sostenerne l'irregolarità, quanto smentire chi accusava Hamlet di aver composto versi che non avrebbero potuto dirsi endecasillabi.
Ammetto piuttosto la svista nella prima citazione di Saba: perché tra stelle e io vedo c'è una bella dialefe, tanto chiaramente evidenziata dal punto.. -
Miku.
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CITAZIONE (tristanotradito @ 11/4/2006, 21:05)smentire chi accusava Hamlet di aver composto versi che non avrebbero potuto dirsi endecasillabi.
Il contesto in cui cadeva quella osservazione era di estremo e cristallizzato formalismo (o non si discuteva forse di sonetti, con tanto di docente che impartiva lezioni sulla corretta alchimia metrica?), e guardava alla regolarità del verso, non sempre presente nel componimento che aveva scelto il rito della forma chiusa. Amen.
. -
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Estremo e cristallizzato... mmm... sguazzo... queste cose mi fanno godere... non tanto al farle, quanto a considerarle... adoro contemplare la decadenza dell'umanità! (Non che io non sia decaduto...)
Edited by Hamlet da Hamelin - 12/4/2006, 12:45. -
.CITAZIONE (Miku @ 12/4/2006, 09:39)con tanto di docente che impartiva lezioni sulla corretta alchimia metrica
Azz... è vero... ero io!!! che paradosso!!!!!!!. -
Outisemeuzontos.
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Per speculum in enigmate
E credevamo si schiudesse, il gioco,
nell'intreccio segnato lungo l'orma
delle danze orchestrate per la forma
dei canti in cerchio al crepitio del fuoco...
Ma non rimane più che un segno fioco
d'arguzie incluso nella vieta norma
che in beffe di coboldo ora deforma
le vie dei canti in un gorgoglio roco.
Non piangere... Eh, sarebbe assai più lieto
un mondo espresso in armonie risolte
per estrose follie di farse o drammi!
Ma sembra che, sedotto all'indiscreto
fascino delle mode, apra le involte
leggi un demiurgo in labili epigrammi...
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DUE SONETTI DI COMPLEANNO
PER UN AMICO COSMOLOGO
2005
Non ho il tempo di scrivere un sonetto
come si deve, e questo mi dispiace:
scrivo senza correggere, o diletto;
ma di formalità non sei vorace,
quindi perdonerai quest’imperfetto
augurio che l’affetto mio ti face;
e l’augurio che a te face il mio affetto
è: a te buon compleanno!, in gioia e in pace.
Da tre anni assonetto i miei auguri
e non potevo esimermi oggi certo,
benché lo studio l’anima m’oscuri;
e mentre tento divenir esperto
quanto basta io all’esame non sfiguri,
ti mando i fiori del mio cuore aperto.2004
Mio adorato, un altr’anno s’è posato
come velo su velo ad aumentare
la tua saggezza, torta multistrato
d’ogni colore che si può sognare.
Ti penso e sono tutto deliziato,
come a infilare il piede dentr’al mare,
sebben mi frustri il spazio smisurato
tra Capetown e Capua: come fare?
Ma anche le stelle, pur cosí lontane,
sanno farci goder di loro luce,
se non siam talpe in sigillate tane.
Sigillata non è la mente mia,
sicché all’immagin tua mi riconduce;
e godo; ed il goder si fa poesia.
Edited by Hamlet da Hamelin - 10/6/2014, 03:59. -
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Oggi ho improvvisato un altro sonetto, ma mi vergogno di ricopiarlo qua, tanto che è sbilenco! lo trovate nel suo contesto, qui: https://www.forumcommunity.net/?t=2975953 .