L'arte si muove danzando

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  1. glya
     
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    Generalmente può non sembrare giusto concepire la danza come una forma d'arte. In realtà credo che questa, come attività quali la pittura, il lancio di una nuova moda, la scultura, sia una delle forme più alte di espressività corporea e spirituale. Spesso si modella un contenuto emozionale che non si riesce a rendere nel linguaggio verbale comune a tutti servendosi di mezzi alternativi, in genere più immediati rispetto al lavoro che deve svolgere una qualsiasi persona per poter cercare e trovare le parole giuste per esprimersi, il modo più semplice e diretto per far si che gli altri lo comprendano. Da qui il dipinto sulla tela, gli schizzi violenti e disordinati di artisti del calibro di Van Gogh o Munch. Da qui l'enorme carica emotiva insita in ogni opera d'arte, persino in beffe artistiche quali La Fontana di Duchamp, che tanto scandalo destò alle sue prime apparizioni in pubblico.
    La mia idea è che anche la danza possa considerarsi tale. Di più. Credo fermamente che in ogni attività umana sia insita una vena artistica considerevole. Il linguaggio umano è arte. Il semplice fatto che da una mera facoltà linguistica si arrivi a sviluppare tutta una serie di strutture linguistiche e mentali sempre più articolate e complesse costituisce di per sé un autentico capolavoro della natura. Ma torniamo a noi.
    La danza è arte in quanto si traduce in libera espressione del corpo. Il danzatore, o la danzatrice, modella quasi il proprio corpo rifacendosi alle pulsioni emotive che lo spingono ad eseguire movimenti imprecisi ma armoniosi. Una sorta di tecnica delle libere associazioni che si traduce in movenze anziché in parole. In ogni caso, se libera da costrizioni formali, un modo per manifestare agli altri la propria personalità senza per questo ricorrere all'uso di parole.[/FONT]
     
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  2. glya
     
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    LA TECNICA DELLE PUNTE E IL DESIDERIO DI VOLARE.

    Nata nei primi anni dell''800 e diventata in breve celeberrima grazie al Balletto delle Silfidi, la tecnica delle punte è una metafora efficace e incredibilmente suggestiva che indica il bisogno dell'uomo di staccarsi dai suoi legami terreni, di spezzare definitivamente le catene che lo vincolano ad una condizione troppo fisica e limitante. Se ci si sofferma a riflettere non è difficile ravvisare simili tendenze un po' in tutte le epoche e negli ambiti più diversi. Il famoso mito della torre di Babele, i cappelli a punta delle streghe medievali, l'architettura gotica con le sue alte guglie e pinnacoli, gli studi di uomini geniali quali Leonardo da Vinci, che giunse persino a progettare un abbozzo di aereoplano... Ovunque compaiono i segni di un desiderio sempre più imponente, di un bisogno che spinge molti animi a cercare di slegarsi, anche soltanto attraverso l'immaginazione, da un mondo che spesso "ci sta stretto", che ricopre più le funzioni di un carcere che non altrimenti quelle di una casa. Le attuali ricerche scientifiche, indirizzate alla scoperta di nuovi sistemi solari e di nuovi pianeti eventualmente abitabili dall'uomo, in fondo non sono che una continuazione di un desiderio che si è perpetrato attraverso i secoli fino ai nostri giorni.
    E le evoluzioni delle splendide ballerine-silfidi non ne sono che una delle manifestazioni più elevate, probabilmente tra le più suggestive ed emotivamente coinvolgenti cui si possa assistere...
     
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  3. Bubulina
     
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    sono profondamente affascinata da questa discussione...
    Hai scritto cose che ho sempre pensato!
    Io sono ballerina e ho la danza fin dentro le vene...
    La danza per me è una forma d'arte.
    Ma, come sempre, esprimere se stessi non è facile, costa molta fatica.
     
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  4. glya
     
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    Quello che mi chiedo è se anche la danza non sia destinata - o non lo sia già - ad essere sottoposta alla generale tendenza umana di sottoporre a determinate regole la propria esistenza. Il linguaggio umano, questo strumento incredibilmente articolato che ci accompagna sin dagli albori della nostra esistenza, è un affascinante esempio di mescolanza tra creatività e regolarità. Grandi linguisti come Saussure, Chomsky, Peirce, Croce, non fanno che sottolineare la continua manifestazione di creatività che si verifica nell'uso quotidiano di nuove espressioni verbali. L'uomo modifica in continuazione il proprio parlato quotidiano, dando vita a un'impressionante varietà linguistica, introducendo nuovi usi dei termini già noti o addirittura nuovi termini. Ma col tempo queste innovazioni vengono categorizzate, classificate e ricondotte a nuove regole che le contengano. E il ciclo si ripete, tra nuove nascite e nuove ricategorizzazioni, all'infinito.
    Che rapporto potrebbe esserci fra il linguaggio e le altre manifestazioni della vita umana?
    Prendiamo appunto la danza.
    Tutti conosciamo i valzer e le mazurke ottocentesche. All'epoca della loro nascita furono danze portatrici - o forse sarebbe più corretto dire corresponsabili, ma la scelta la lascio voi - di notevoli cambiamenti, nel costume, nella società, finanche nel carattere individuale di ciascuno. Ma col tempo la rigidità delle regole d'esecuzione le rese simili a cariatidi, suggestive ma rigidi, non più aperte a nuovi cambiamenti.
    Nell'epoca moderna le discoteche hanno introdotto una nuova forma di ballo collettivo, un free-style che inneggià alla libertà di muoversi come più piace a ciascuno, seguendo gli impulsi del proprio io e senza obbedire a regole formali. Ma è davvero questa la realtà?
    Immaginiamo che io entri in una discoteca e mi metta a ballare una tarantella per il semplice motivo che è quello che mi sento di fare. Credete davvero che qualcuno non ne riderebbe?
    Personalmente credo che la natura umana abbia compiuto il suo dovere anche verso queste nuove forme di danza. Non esiste più un autentico stile libero. Esistono dei movimenti, ondeggiamenti, saltelli, ecc., che in qualche modo rientrano in un certo sistema di regole. Quando si entra in una discoteca bisogna muoversi così e così. Questa è la regola. Un po' come quando si balla un valzer.
     
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    Le discoteche sono abissi di squallore castra-mente, in più d'un modo.
     
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  6. glya
     
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    Credo che lo stesso si possa dire riguardo ai fastosi valzer che si danzavano nei saloni degli aristocratici (vedi ad esempio la scena del ballo di Angelica e don Fabrizio nel film "Il gattopardo"). Ma è innegabile che almeno agli albori della loro nascita significassero forse molto più di un semplice insieme di movimenti. Il ballo di gruppo nelle discoteche probabilmente voleva essere, almeno all'inizio, un modo per ribadire il diritto ad un libero modo di esprimersi, attraverso il proprio corpo così come attraverso le proprie parole. Io credo che attività come la danza - ma anche tante altre di genere diverso - siano una forma d'arte. E' chiaro però che proprio come tutte le forme d'arte esse sono destinate a passare attraverso il fenomeno che attualmente verrebbe definito "commercializzazione", il che comporta una perdita considerevole della loro vera importanza e del loro vero significato. Vi siete mai chiesti, tanto per fare un esempio, perché tutti i gruppi musicali che riscuotono un certo successo, andando avanti negli anni finiscano per produrre sempre un certo tipo di musica? Perché dopo una fase iniziale di sperimentazione, di originalità, ci si adegui a quelle che sembrano le tendenze generali della massa di possibili compratori esistenti sul mercato?
     
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  7. Cordadiviolino
     
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    Ahimè, la danza m'annoia...
    Probably mi perderò molto, ma è più forte di me
     
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  8. Aspasia
     
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    E' vero anche a me, ma dipende quale....
    mia sorella è ballerina di danza classica, la + piccola bravissima! Ma io nn ci posso fare niente! Mi sembra una delle arti minori!
     
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  9. olcesamante
     
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    Io ho il problema di non andare a tempo! Sono un pezzo di legno, o quasi... Una volta all'estero ho fatto la scemenza di danzare con due ragazze irachene... Dopo ho detto, ovviamente scherzando, che mi dovevo scrollare di dosso quarant'anni di femminismo per arrivare a quelle movenze così voluttuose! Mi piacerebbe, dunque, valicare gli angusti confini della mia personalità e sciogliermi, letteralmente, in movenze morbide e sensuali. Ho anche scoperto che almeno in Algeria le donne danzano, o danzavano, per se stesse più che per i loro uomini, alle feste riservate a loro. una danza dolce e furiosa al tempo stesso per liberare il corpo troppo spesso costretto all'immobilità. Vorrei danzare così, però senza furia.
     
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  10. Aspasia
     
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    CITAZIONE (olcesamante @ 5/6/2005, 13:27)
    Io ho il problema di non andare a tempo! Sono un pezzo di legno, o quasi... Una volta all'estero ho fatto la scemenza di danzare con due ragazze irachene... Dopo ho detto, ovviamente scherzando, che mi dovevo scrollare di dosso quarant'anni di femminismo per arrivare a quelle movenze così voluttuose!

    Beh proprio chi non va a tempo è persona libera e affascinante. Balli molto bene ti ho visto in piazza....
    cmq mi vien da sorridere perchè l'ho pensato spesso anche io per me stessa. Allora nn son l'unica! Uahooo!
     
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  11. glya
     
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    Non importa quanto riusciate ad obbedire alle regole di un ballo. Non importa se non abbiate idea di come si balli un tango o un limbo o quel che vi pare. La danza esprime ciò che siamo allo stesso modo delle nostre parole, e dunque dovrebbe essere libera da ogni tipo di costrizione. Non esiste un tempo da seguire. L'unico tempo che possiate - che dobbiate - rispettare è quello del vostro essere...
     
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  12. olcesamante
     
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    CITAZIONE (glya @ 5/6/2005, 17:44)
    Non importa quanto riusciate ad obbedire alle regole di un ballo. Non importa se non abbiate idea di come si balli un tango o un limbo o quel che vi pare. La danza esprime ciò che siamo allo stesso modo delle nostre parole, e dunque dovrebbe essere libera da ogni tipo di costrizione. Non esiste un tempo da seguire. L'unico tempo che possiate - che dobbiate - rispettare è quello del vostro essere...

    Mi conforta saperlo! L'ostacolo tra me e il ballo è sempre stato che la musica, essendo fatta in parte di tempi da rispettare, di quella matematica in cui non ero ferratissima al liceo, non mi lasciava altra scelta che seguire il tempo suo, invece che quello del mio essere...
     
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  13. Aspasia
     
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    CITAZIONE (olcesamante @ 5/6/2005, 19:30)
    CITAZIONE (glya @ 5/6/2005, 17:44)
    Non importa quanto riusciate ad obbedire alle regole di un ballo. Non importa se non abbiate idea di come si balli un tango o un limbo o quel che vi pare. La danza esprime ciò che siamo allo stesso modo delle nostre parole, e dunque dovrebbe essere libera da ogni tipo di costrizione. Non esiste un tempo da seguire. L'unico tempo che possiate - che dobbiate - rispettare è quello del vostro essere...

    Mi conforta saperlo! L'ostacolo tra me e il ballo è sempre stato che la musica, essendo fatta in parte di tempi da rispettare, di quella matematica in cui non ero ferratissima al liceo, non mi lasciava altra scelta che seguire il tempo suo, invece che quello del mio essere...

    Ch'est è na femmena uaglù! Altreo che scolarette sull'asta!
     
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  14. Bubulina
     
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    "Alcuni insegnanti dicono:
    ' Ballerini si nasce non si diventa!'
    Se una persona non ha feeling nessuno gle lo può dare.
    Anche io pensavo così, ma non sempre è giusto, perché in realtà c'è molto in ognuno di noi, si tratta soltanto di farlo uscire fuori.
    Come insegnante questo è stato il mio grosso successo: riuscire a far trovare questo feeling interiore.
    Tutti hanno bisogno di sentire qualcosa dentro.
    Tutti devono imparare 'come sentire' e non 'come fare' ".

    Eugene Louis Facciuto
    (ballerino e insegnante statunitense, ha elaborato una nuova tecnica jazz che lo ha reso famoso)
     
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  15. Bruseide
     
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    Il nostro essere, la nostra mente, il nostro animo si esprimono attraverso il corpo, il nostro tramite con il mondo esterno. Esso è la nostra parte materiale, il veicolo attraverso il quale realizziamo noi stessi, soddisfiamo i nostri desideri, manifestiamo le nostre passioni, i nostri bisogni, sentiamo noi stessi e gli altri. La nostra esistenza sulla terra è imprescindibile dal nostro corpo. In questo contesto la danza, la gestualità diventano linguaggi con i quali possiamo esprimere le nostre emozioni, senza utilizzare la parola. Ma danzare ha anche un valore apotropaico: esorcizzare attraverso il movimento le proprie paure ancestrali; le danze tribali hanno questa motivazione, alla quale si aggiungono le manifestazioni rituali atte a rendere omaggio alle divinità adorate.
    Nell’arco della storia la danza è diventata pian piano un’arte, una disciplina in tutto e per tutto, dove le evoluzioni di ogni ballerino si trasformano in vere e proprie performance, in virtuosismi da veri maestri. Ecco allora che il corpo deve essere allenato ad ottenere risultati concreti: elasticità, morbidezza, forza e una tecnica che gli permetta di riuscire in qualsiasi movimento. A partire dalla danza classica, tutti i tipi di ballo richiedono un duro e costante lavoro che si manifesterà con grazia ed eleganza sul palcoscenico. Ma nonostante una evoluzione sempre più virtuosistica nel tentativo dell’uomo di superare se stesso, la danza in tutte le sue forme manterrà la sua radice primordiale: l’espressione di noi stessi e di quello che siamo attraverso la musica, diventando sempre più spesso terapeutica e liberatoria. In fondo, per ogni ballerino “danzare è vivere e vivere è danzare”, ma lo potrebbe essere per ogni essere umano perchè: “E’ il movimento degli esseri e delle cose che ci conforta. Se le foglie degli alberi fossero immobili, gli alberi sembrerebbero infinitamente tristi e la loro tristezza sarebbe anche la nostra”.(Edgar Degas, uno dei più celebri pittori impressionisti ad aver immortalato nei suoi quadri le ballerine classiche)
     
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25 replies since 2/6/2005, 00:41   444 views
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