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Aspasia.
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SALMO 48
Beati i poveri in spirito: di essi è il regno dei cieli.
Perché temere nei giorni tristi,
quando mi circonda la malizia dei perversi?
Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.
Nessuno può riscattare se stesso,
o dare a Dio il suo prezzo.
Per quanto si paghi il riscatto di una vita,
non potrà mai bastare per vivere senza fine,
e non vedere la tomba.
Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
se aumenta la gloria della sua casa.
Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria.
Nella sua vita si diceva fortunato:
«Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene».
Andrà con la generazione dei suoi padri
che non vedranno mai più la luce.
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Mi piacciono i Salmi, come devo fare? Sarò pazza? Come se avessero in sè legge giustizia e poesia....... Mi piacciono i Salmi!. -
Gabbiano81.
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CITAZIONEMi piacciono i Salmi, come devo fare? Sarò pazza? Come se avessero in sè legge giustizia e poesia....... Mi piacciono i Salmi!
la penso come te!
brava! non avrei saputo dirlo meglio!
se sei pazza tu allora lo sono anche io!
Edited by Gabbiano81 - 15/9/2005, 22:24. -
Falso in bilancio.
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.Piove
Tuoni
Tuoni
Piove
Piovigginano nel cielo,
perle di conchiglie
che racchiudono il tuo corpo,
e svestita della tua stessa nudità
rimane il tuo corpo solerte
amico delle mie fantasie…
e dolce traspare l’incantante
colore dei tuoi occhi…
sembrano un quartetto d’archi
e reggono dal cielo con la loro (in forse) viola
la mia voglia
di perdermi con loro.
Governano nell’anno
Nel tempo e nel
Riuscire, la carne
Tua, dolce, rosa da toccare
E sempre, le tue mani
Sono briciole d’amore
Tra i capelli fortunati
Di chi da te, non geneside prescelto
Ricorderà un tuo sorriso
Nel suo già chiuso mondo
In cui non c’è più niente da provare.
Piove
E sempre l’acque limpide
E Serene
Stagnano nel liquido
Bramoso d’esserti vicino,
la tua pelle suggerà l’acqua fresca
della fontana in me sita
e governando lo spartito
dei miei colori,
s’avvedono di rosso
le mie mani sui tuoi seni
il mio corpo sopra l’tuo
è Godot che è arrivato,
offriamogli da mangiare,
consumandoci,
in un piatto d’avorio
da Venere lavorato.
E ancor non soddisfatti
L’amplesso guiderà
L’espiosa mia emozione
Su talami cesellati
Da caterve di giullari
Che in coro grideranno
Lo sciocco cuore penetrato
Dal calore e del saper perder resistenza.
dolce fata, quindi ,
nel criterio di mio spossarmi
sai donarmi voglie
e difficili concussioni
da isolare,
resta la sola dormiente veglia
di un solo cuore, che attende
in una notte di perle di pioggia
la sua unica
luce.
. -
quaderni usurati.
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CODICE***
Non ho bisogno di scendere
da questo viaggio sonnolento,
eppure devo.
Certo non mi spiego, non so alterare
i tempi di reazione,
ma vorrei poter forgiare
dell'acciaio per non pensarci..
la pioggia in certi frangenti innervosisce,
riesce solamente
a destare
consapevolezza
del vuoto che circonda il capolinea
di questa serata.. -
Viejito.
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Ma si, perchè non ricominciare a scriverle? Questa discussione resta sempre troppo sola.
Riusciresti nel compiere qualsiasi impresa
se consideri la cattura che dell'anima mia puntualmente effettui.
Con vagiti dall'indomabile intesa
ogni singolo sibilo di cellulare voglia mia infatui.
Nasci dalle tenebre più scure
o ti cali dagli astri anima dolce?
Io penetro la carne triste di donne impure
sia maledetto il mio pensiero che in quei momenti soltanto a te volge
e loro forse pure se ne avvedono
eppur silenziose le mie briciole continuano a mangiare
come bovine di seconda scelta le labbra in quei momenti contorciono e vengono
e solo quando le lenzuola sono umide di umori han l'ardire della mia assenza mentale rinfacciare.
Mai veduti quei tuoi occhi d'ebano ed agata dai quali vorrei bere
mai annusato da segugio quell'aroma mediterraneo
S'io fossi ardimentoso col consenso di me soltanto le tue membra verrei a pretendere
trafiggendo con un dardo quel tuo sorriso vivo d'etereo.
Se tu fossi arcangelo venuto dal cielo alla luce mi lascerei andare
se tu fossi Satana in alcova la religione verrei a rinnegare
perchè ad ogni sinuoso passo un nuovo mirto comincia a fiorire
il mio minuto rendi meno triste e l'anima stessa invita a continuare.
(Da un palese spunto Baudelaireiano)
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Sogno di non sognare la donna di un altro
Ma se sei li' che sorridi
e dai fiducia al mio essere sconosciuto prima a me e solo dopo a te
Come faccio a non dire, come faccio a non fare
Come posso, io uomo, non poterti ammirare.
E ti sogno durante il discorso proemiale
quando il Duca mi scopre, quando testa il coraggio
ed io parlo spedito perchè sento alle spalle
un sospiro di donna, un profumo di lilla
Ed io parlo, io parlo, io che parlo e ti sogno
E cammino nell'acqua che la strada disseta
ed io sogno ed io sogno la tua somma altitudine
che di ingenua tristezza chiede aiuto al mio acume.
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Non sarò mai come lui.
Anche volendo io non potrei.
Lui è lo scoglio meglio piazzato
che ogni flutto di mare non riuscirebbe a scalfire.
Non ti chiedo di non amarlo
ma ogni termine di paragone fa male;
è sale intriso su anonime ferite
che lascio estranee al mondo
e lascio estranee anche a te
croce e delizia di stralci di vita contemporanea.
Il sapore di lui è sulla tua pelle, lavalo via te ne supplico;
è laudano per labbra che vorrebbero assaggiarti.
E se mi parli pensi a lui?
A cosa pensi addolorato bocciolo?
Al suo amore che mai più avrai o all'amore mio che è poca cosa?
Io ti chiedo una sola carezza prima di andare
una di quelle sincere e dolci
che sanno di gardenia, d'estate, di pesca.
Di un pensiero infantile.
Mi lascerò partire poi, morire d'enfasi e di desiderio.
Rinasco dalle ceneri del violato io
e mi sento elemento in ogni mare di notte, in ogni fuoco che arde, nell'aria che accarezza la tua pelle di donna.
E dal mare io ti vedrò stella sopraffina
e nel mare ci ritroveremo prima o poi
tre le onde di una qualche collera divina
coi nostri salati sensi che lavano ormai fusi le ali degli angeli.
Sarà la nostra condivisione.
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Mi sono odiato trovandomi, mi sono amato perdendomi
nella nebbia che avvolge il costato
con abbracci incessanti e meschini.
Dal giardino fiorito osservo primavere nascenti
in boccioli innocenti e sani.
Mi sono odiato trovandomi, mi sono amato perdendomi
nei disegni mediatici del mordi e scappa via
nella luna che guardo e che mi sorride
nel dipinto in galleria che non comprendo
ma che critico e ammiro il suo tema emblematico.
Bevo un pò di più e spingo un pò più in fondo
la spremo questa mente
è un’ agrume dal succo aggrumito.
Un pensiero segue un altro
si rincorrono loro, bambini spensierati
nascono e muoiono giù, giù
nei tuoi occhi ora muoiono i pensieri
han trovato il cimitero dove vivere presente, passato e futuro.
Mi sono odiato trovandomi, mi sono amato perdendomi
nel libro che ora leggo
è pugnalata in mezzo al petto quella pagina finale
l'assassino è scagionato, ha in corpo tre litri di follia.
Ora osservo il panorama baciato dalla sera
il primo colore scuro della città è un pò come la prima volta.
Guardo in basso, tutte luci al neon
Guardo in alto, tanti diamanti finemente scelti e incastonati.
Mi sono odiato trovandomi, mi sono amato perdendomi
in questo cielo labirinto non scorgo più la strada
il buonismo lo lascio scendere sul marciapiede:
gli dico addio stanotte, ora ho voglia di depravazione e di silenzio
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Rattristato questo è quanto.
Senza pretese né motivazioni questo è tutto.
Espando una fitta rete di asocialità
negando agli altri il mio vero interesse
camuffando il mio "non me ne frega un cazzo di quello che dici e/o pensi"
(ma poi in realtà dici e pensi?)
dietro una finta faccia da socialità.
Il mondo è già bello e fatto
io non mi ci rispecchio troppo.
Forse non mi ci rispecchio per niente.
Non mi stimolate ed io da voi non cerco stimoli.
Non mi degno di cercarli almeno.
Se arrivassero tanto di guadagnato
ma è due di picche assicurato.
Disincantato, disilluso, disagiato
ci sono aggettivi da sprecare
e voi chiamatemi come vi pare.
Dalla finestra io vi osservo fluttuare senza un senso
o con sensi opposti ai miei insani intenti.
Tele macchiate di colori opachi, buttati a casaccio
forse come le mie parole adesso.
Ma la carta non me ne vorrà
e manco Dante, Blake o Baudelaire
il foglio oggi è la mia geisha.
Ma la mente è ancora cosi' stanca
forse non è allenata.
Flaccida come il culo di una vecchia.
Ma voi intessete, intagliate relazioni e fate bene
voi si che lo fate bene.
Io lo faccio male?
Forse non lo faccio; forse, non saprei.
Ma so che quando il sole giunge al capolinea giornaliero
la mia camera comincia a profumare di crisantemi
e mi infastidisce quest'aroma.
E allora penso, penso e penso
troppo spesso sbaglio perchè dovrei appuntare ciò che penso.
Quasi sempre non lo faccio.
Poi me ne pento perchè me ne dimentico.
Resta solo un'ansia strana dopo
che fa all'amore con la solitudine notturna
e un pò di dolore si prova.
Suvvia, è risaputo che l'uomo troppo solo è uomo disastrato
perchè diventa vero e conosce il suo profondo.
Domani comprerò un volto nuovo, giuro che lo farò.
Voglio fare lo straniero nella mia stessa terra.
Altra identità, altra età, altro ego.
Coi pensieri che saranno finalmente coagulati e cicatrizzati
avrò modo di guardarvi con altri occhi
e nuovi spunti verranno fuori.
Io diverrò come voi
ebbro del mio essere lucido e freddo.
Un embrione che non è se stesso
ma marionetta del teatrino nella piazza principale.
Un bicchiere mezzo vuoto
o un bicchiere mezzo pieno?
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Solo in un'altra dimensione
guardo gli altri da lontano
e volo sopra le loro case.
Viaggio sui loro sorrisi e sulle loro tristezze
su quel mediocre/eccellente vivere di tutto e niente.
Il mio è lontano almeno 40 piedi di whisky economico
preso nel bar del porticciolo centrale.
Ha occhi d'acquamarina, pelle di seta e animo ribelle e appassionato.
Ma forse è utopica speranza quella mia
che brucia in petto come un colpo di pistola.
Ella forse è già di un altro,
ella forse è semplicemente sua,
ella forse non è mai stata mia.
Ma io vivo di utopia
quella sua è adrenalina pura e immacolata
e scrivo a fondo io, per vedere se il mio tutto è più profondo di quegli occhi suoi.
Ma è vana impresa, è come voler leggere sé stessi
e allora danza sinuosa il suo essere donna nel mio perimetro/desiderio
e con luce propria colma un buco nero esistenziale e dona polvere di stelle.
Ma è uno sguardo di intesa, un tacito consenso;
al prossimo bicchiere lei andrà via.
La più dolorosa consapevolezza: il saper di dover restare soli.. -
quaderni usurati.
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CODICE***
Metamorfosi,
lentamente, di un inchiostro
ormai asciutto e provato dal tempo,
secco d'aria emersa da troppe finestre
aperte, arazzi
di polvere accumulati e cuciti dal progredito
vento, operatore di levigate pietre.
cambio di mezze tinte, venature, di
gelide tonalità.
fresco di calamaio gestisci i miei pensieri
rinnovali di lesioni emozionanti,
trascina forte
attimi di follia e argute dimenticanze.. -
White_Wolf86.
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complimentoni a "quaderni usurati"
ora ci provo anch'io (ma non ridete troppo di me ^^)CITAZIONErestiamo assieme,
sbiaditi, quando il vento non ci ascolta
e la luce si piega
a diseredare silenzi e nostalgie;
lo spazio tra una nuvola in libera caduta
e di un fiume l'argine turbato
che scorre tra le vene
dell'anima tua
obliqua
19/06/2005. -
Viejito.
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Nel viale assonnato di foglie che cominciano a morire sull’asfalto
conta i passi col contagocce, autentico divenire.
Il profumo della terra umida, avide inalazioni.
L’albero di lillà cura le assonanze, vicinanti distanze:
gli hanno promesso un pensiero di benzedrina.
Quando tutto pare reso, è allora che trionfa la vittoria
che spesso è ancor più perdente della sconfitta.
Dorme pensiero, dorme fratello, sogna pensiero, sogna fratello
Una carta, due, tre, pure quattro da giocare
l’asso in manica di camicia è pronto e vuole uscire.
Non ha più nulla da aspettare, egli è pronto per barare.
Gira impazzito il vinile nel giradischi fedele
l’artista gusta il suo volto e canta il suo nome al contrario.
Ama il modo del suo strano danzare.
Prende parole non dette mutandole in un baco di paura
con le mani nelle mani e un bacio per un pugno di istanti ancora buoni da vivere.
I tuoi occhi scrutanti e il mondo che fila dritto inesistente
Un sonno profondo nell’oceano di rumore di onde incostanti ed estranee.
Nel letto di esso le ascolta col pensiero di te.
La compagna desiderio domattina sarà coscienza.
. -
quaderni usurati.
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CITAZIONE (White_Wolf86 @ 22/9/2005, 17:59)complimentoni a "quaderni usurati"
'azie 'azie, troppo buonoCITAZIONEsbiaditi, quando il vento non ci ascolta
e la luce si piega
a diseredare silenzi e nostalgie;
molto bello questo passaggio..CODICE
***
Veloce nella nebbia,
ariete di ininfrangibili
mura che pure
attraverso.
un frangente e distolgo
lo sguardo, oltre la coltre
un idealizzato paesaggio
romantico si cela
esteta di piacevoli sospensioni,
alberi spogli che reggono come antiche
fondamenta
l'aria carica di umidità
Edited by quaderni usurati - 11/10/2005, 13:21. -
quaderni usurati.
User deleted
CODICE***
Spartianes rues abusez de moi
encore
avec teintes blanches il chauffe lessommeils
et vacarmes perpétuels
maintenant dirigé par mains
trop vieilles,
maintenant comme brise d'un îlot
perdu il redresse l'air un
vent d'un renouvellement lent
de saison.
et il éteint l'illusion
derrière
cils qu'ils s'entrelancent.. -
.
Stamattina ho cacato una poesiola, tanto per fare aBcd aBcd: Persistenza della memoria e resistenza dell'imene
Talvolta non collimano,
ma stridono, gli eventi e l'ideale,
come tante formicole
su una sveglia sghimbescia...
Le vergini che stimano
prezioso il loro stato virginale
non sono che ridicole
puttane alla rovescia.
Edited by Hamlet da Hamelin - 24/7/2007, 15:46. -
playboysfygato.
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ahhhhhhhhhhhhhhhhh una presa da un kamasutra napoletano
O SOLE O MARE O CIEL E STELLE
E TUTTO O RIEST APPRIESS
VO GIURO N'COPP A STA CAPOCCHIA
APPILERANN E CIESS
A FESSA O CAZZ E ZIZZE E O CUL TUN
VO GIUR N'COPPA A CHISTU CAZZ
SONG A BELLEZZA E A GIOIA E CHISTU MUNN!
Edited by Hamlet da Hamelin - 10/9/2006, 17:46. -
Falso in bilancio.
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a Bernardo Soares
E la via cominciò
A lasciar placare
L’astio corrugato
Nel lavoro affaticato
Dei miei piedi,
terriccio sbriciolato,
e il mio passo lento,
calpesta il calore
dell’abitudine
della mia via.
E quel che devo
Al mio lavoro,
che solo numeri
non sanno calcolare,
non di certo è la monotonia,
è soprattutto l’avanzare
graduato, dei giorni
in una vita,
solo la soddisfazione
di poter avvicinare
la penna al foglio
per potermi sentire
di lungo in largo
ad un passo dal calore
immacolato della stella
che mi brilla più vicina,
la stella a cui regalo le ore
più noiose della mia vita,
noia immortale più
di quanto io possa essere
mortale,
è il sogno solo
di un giorno, di potermene
liberare…
per poter dopo
ritornare ad amare
il resto concessomi
della vita.
Se dalla mia via
Esce un gatto,
piccola
Figura dell’affetto
Che posso incidere
Nelle mie memorie,
i suoi occhi grandi,
profili di una felicità
non consueta
mi rendono
soltanto
meno solo.
. -
Falso in bilancio.
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(ma questa discussione non era per le poesie nostre?) . -
esanguedeborah.
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Chiedo venia; ho provveduto a rimuovere. .