Lascio l'università? che mi consigliate?

anche un percorso di scarso pregio come la triennale a napoli ha qualche sorpresa da riservare.
Rifarei tutto, tutto, anche solo per qualche momento particolare.

Le notti d’estate, fuori al balcone, a studiare Alfieri sotto le luci arancioni dei lampioni, stanco morto. Puoi leggere quello che vuoi, quando vuoi, non hai bisogno di un esame. Ma in certi casi c’è un valore aggiunto, c’è arricchimento da contingenza. L’università ti offre alcune contingenze che forse non vivrai mai altrove, nel bene e nel male.

E la seduta di laurea. Tutto il tempo passato a sorridere, anzi ridacchiare e sghignazzare, prima durante e dopo la discussione. E non era ipocrisia: davvero mi sembrava tutto una presa per il culo, e mi rapportavo di conseguenza alla situazione intera. Poi, extra omnes, in attesa della proclamazione: ancora tutto sembrava un’enorme cazzata. Discussioni delle tesi di cinque minuti, trecento secondi contati. Non potete pretendere che vi prenda sul serio.

E invece, poi, si riaprono le porte della piovani, di quella piovani là, si entra, e c’è silenzio, i professori sono in piedi dietro la cattedra. Per un secondo solo, sembra tutto serio.

Come quando i fascisti trovano a letto il ragazzo e la domestica in Salò di Pasolini. Tutto serio, forse sacro. Ebbi lo stesso spiazzamento.

Fu bellissimo.


Ho come l’impressione di essere stato ridicolo, e in più punti. Eppure non voglio pentirmi di averti scritto queste cose. Che questo mio "espormi al dileggio" serva almeno a farti dedicare mezzo minuto di riflessione su quanto di buono sapresti ancora trovare in questa strada piena di feccia.