Sogni

Quando sono talmente reali...

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  1. *MArk*
     
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    ...il risveglio sembra una pallida fotocopia
    Vedo che sino ad ora nessuno ha parlato di sogni…io ne faccio spesso di molto…troppo intensi che irrimediabilmente non riesco a capire…sin qui niente di speciale…
    ...vi è mai capitato di sognare così intensamente e in maniera così partecipe da sentire la realtà come una pallida fotocopia di quello che la sera prima avete vissuto…beh avvolte mi capita ed il ricordo (chiaramente è di sensazioni…al massimo squarci di sequenze animate che si parla) sia talmente intenso…odoroso…saporoso da avere quasi sostanza nella mia mente…tanto da trovarmi a riflettere su dei concetti, degli avvenimenti, che basano la loro ragione d’essere sul sogno stesso…da manicomio…poi mi fermo e dico cazzo….ma l’ho solo sognato ma sono pazzo…evidentemente la risposta è inevitabilmente positiva…
    …La cosa che più mi affascina è come diavolo fa la mente a sintetizzare immagini, sapori ed odori così realistici di cose che non esistono di esperienze che non abbiamo vissuto, di persone che nemmeno conosciamo…al confronto gli effetti in computer grafica impallidirebbero…ma da dove diavolo vengono…e se fosse la nostra realtà un sogno…ed il teatro notturno il vero palcoscenico della vita…brrrrrrrr…non ci voglio nemmeno pensare…ma che fascino la mente umana
    a voi continuare con le vostre testimonianza...
     
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  2. armidala
     
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    ...Marchetiè mi hai fatto venire i brividi..Ci sono troppe cose in ballo,hai ragione...
     
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    Certe città intere dalle architetture più grandiose e vive che nel reale, certi paesaggi mutati, acque dove non dovrebbero esserci, interni di case diversi da quelli in cui viviamo e che eppure si spacciano per quelli, e quei pianoforti, quell'eros, quelle edicole, quegli alieni...
     
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  4. *MArk*
     
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    splendido...
    e sentite quest'altra...
    ...viviamo un rapporto gemellare con un alter-ego di una dimensione parallela di cui noi stessi, la nostra vita ed abitudini giornaliere siamo solo il sogno...e viceversa...ovviamente
    Mio dio la devo proprio finire di dire cazzate
    Baci
     
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    QUOTE
    ...viviamo un rapporto gemellare con un alter-ego di una dimensione parallela di cui noi stessi, la nostra vita ed abitudini giornaliere siamo solo il sogno...e viceversa...


    Brav!!! caro Mark, e fra l'altro questo è anche il tema del romanzo di Queneau "I fiori blu" (che ahimè non ho mai finito di leggere, e sta sepolto sotto altri libri illeggiuti, là sul mio libracciuto comodino). E intanto...


    Lewis Carroll
    Alice attraverso lo specchio

    Capitolo IV


    [...] un rumore simile allo sbuffare di una grossa locomotiva [...] proveniva dal bosco, [Alice] temeva fosse quello di una bestia feroce.
    «Ci sono dei leoni o delle tigri qua in giro?» chiese, timidamente.
    «Oh, è soltanto il Re Rosso. Sta russando» spiegò Tuidoldìi.
    «Vieni a vederlo!» gridarono i due fratelli, e prendendo ciascuno una mano di Alice, la portarono a vedere il Re che dormiva.
    «Non ti pare bello?» disse Tuidoldìi.
    Alice non poteva onestamente dire che lo fosse. Aveva in testa una lunga berretta da notte rossa che finiva con una nappa, e se ne stava tutto raggomitolato, come una specie di fagotto informe, e russava forte - «finirà per diventaresordo a furia di russare a quel modo!» osservò Tuidoldàm.
    «Ho paura che si prenderà un raffreddore a starsene sdraiato sull'erba umida» disse Alice, che era una ragazzina molto giudiziosa.
    «Sta sognando» disse Tuidoldìi. «Secondo te, cosa sogna?»
    Alice rispose: «E chi può saperlo!»
    «Ma come, sta sognando te!» esclamò Tuidoldìi, battendo le mani trionfante. «E se smettesse di sognarti, dovepensi che saresti?»
    «Dove sono adesso, naturalmente» rispose Alice.
    «No, tu no!» replicò Tuidoldìi in tono sprezzante. «Tu non saresti da nessuna parte. Tu sei soltanto una specie di cosa dentro al suo sogno!»
    «Se quel Re che tu vedi lì» aggiunse Tuidoldàm, «dovesse svegliarsi, tu spariresti di colpo - puf - via come una candela!»
    «Non è vero!» esclamò indignata Alice. «E inoltre, se io sono soltanto una specie di cosa dentro al suo sogno, che cosa siete voi, allora, mi piacerebbe saperlo!»
    «Idem come sopra» disse Tuidoldàm.
    «Idem come sopra, idem come sopra!» gridò Tuidoldiì.
    Gridava così forte che Alice non poté fare a meno di dire: «Zitti! finirete per svegliarlo, se continuate a faretutto questo chiasso».
    «È inutile che parli tanto di svegliarlo» disse Tuidoldàm, «quando sei soltanto una delle cose dentro al suo sogno. Tu sai benissimo di non essere vera».
    «Io sono vera!» replicò Alice e scoppiò a piangere.
    «Piangendo non diventerai più vera, neanche di un pezzettino piccolo piccolo» osservò Tuidoldìi; «non c'è motivo per piangere».
    «Se io non fossi vera» disse Alice - quasi mettendosi a ridere in mezzo alle lacrime, l'intera faccenda era talmente ridicola - «non sarei capace di piangere».
    «Spero che tu non ti illuda che queste siano lacrime vere?» la interruppe Tuidoldàm in tono di sommo disprezzo. [...]

    Edited by Platone da Plutone - 5/2/2004, 15:49
     
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  6. *MArk*
     
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    Decisamente troppo intelligente l'idea...non poteva essere mia...ma qualcuno aveva dubbi?!?!??!
     
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  7. armidala
     
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    E per restare in tema ,mi sovviene anche Matrix,allorquando Morpheus ad un Neo, disorientato e confuso per la percezione di una realtà "sdoppiata" ,di un mondo che è figura di un mondo altro, dice:"Immagino che in questo momento ti sentirai un pò come Alice che ruzzola nella tana del Bianconiglio".

    Edited by armidala - 5/2/2004, 20:25
     
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  8. *MArk*
     
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    ...ed io che credevo di aver avuto un idea originale...ed intelligente...maledetti
     
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    Ma, caro Mark, il fatto di aver avuto un'idea che già altri avevano avuto, ciò a tua insaputa, non toglie nulla al fatto che l'hai pensata da solo e, quindi, ha una sua validità (se proprio non possiamo dire "originalità", diciamo "genuinità", ma comunque stiamo lì).

    Questo fenomeno, per chi non lo sapesse, si chiama POLIGENESI...

    E, per esempio, a me (uffa) è capitato un sacco di volte...
     
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  10. Fucktotum
     
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    Sottoscrivo il tuo "uffa", caro Plxtone. Quando la poligenesi ti si piazza tra le palle mentre prepari una tesi di laurea, poi...
     
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  11. VincentVega
     
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    << La vita e i sogni sono pagine dello stesso libro >>
    Arthur Schopenhauer

    La voce roca che annuncia la liturgia di arrivi e partenze continua con il medesimo tono la sua litania. Ed un ragazzo siede su una panchina. Erano rimasti su quel marciapiede per parecchi minuti, cercando qualcosa da dire, qualcosa che potesse cambiare le cose, ma non c’era niente da dire. L’aveva abbracciata. Dava uno sguardo all’orologio tondo di ferro battuto con il quadrante bianco e poi la guardava negli occhi. Erano azzurri ma non brillavano, erano opachi di commozione. Abbiamo ancora qualche minuto. Pensava, ma sentiva che gli attimi si accorciavano. Schiudono la bocca, ma il fiato non esce, si guardano intorno. Non c’è niente da dire. Ne devono aver parlato tanto prima di trovarsi su quel marciapiede di una stazione qualunque. Ne hanno parlato sicuramente, ma ora cercano altre parole, una soluzione. Sei proprio sicura? Aveva detto. Il cielo nero era intaccato da un quarto di luna giallastro. È quasi ora, devo salire. No, no. Non fare come al solito, lo sai che non possiamo farci niente. Non c’era niente da fare. Si sentiva il fischio del venti e trenta due. Una folla sfocata riempiva il marciapiede. In carrozza! Sempre uguali a se stessi quelli che riempiono il marciapiede di una stazione Cosa ha detto il dottore di tuo figlio?. E’ molto grave, dice. Come si chiama il ragazzo. Non me lo ricordo. Si stringe nelle spalle per scacciare un lungo brivido. Fottuta sfortuna. Hanno fretta, la giornata di lavoro nella capitale è stata dura e hanno voglia di tornare a casa, di riposare. Lo meritano. E poi c’è un bambino appena morto che aspetta il rientro di suo padre. In carrozza! Un neon attaccato per metà alla parete diffonde una luce ambrata e tenue. È partita. Ma lui rimarrà su quella panchina ancora per un po’: fino a quando vedrà sparire la coda del venti e trentadue e poi resterà ancora lì. Un closciard vestito di cenci spenti dal lerciume trascina un carrello porta bagagli. Una donna cammina con passo svelto. Ha delle belle caviglie, agili, setosi fusi d’avorio. L’orlo della gonna, frastagliato da ordinate pieghe, lambisce l’interno del ginocchio. Le fa il solletico. Mi scusi. Dice ad un ragazzo seduto alla panchina del binario otto. E’ già partito il venti e trentadue?. Ha il fiatone e opache perle di sudore si appoggiano al labbro superiore, rubicondo di rossetto ben messo. Ha corso. Il ragazzo rimane fermo con la testa fra le mani. Scusi… Ripete. Lui solleva il viso dai palmi violacei. Piange.

    Questo è un sogno, o un incubo se preferite. Che quando ti svegli ti rimane addosso tutto il giorno: il bambino, il ragazzo, la donna: provi le stesse sensazioni che proveresti se li conoscessi, nella vita reale intendo. Ma forse li conosci. E poi la vita non è una serie di suggestioni che ti rimangono addosso? La differenza sta solo nel fatto che una cosa sappiamo che è accaduta e l’altra no: ma è troppo sottile il confine fra memoria e sogno e la coscienza umana è troppo poca cosa per un così arduo compito.
    Per sintetizzare questi pensieri, anzi per dire quello che non sono riuscito a dire, come sempre, mi viene in aiuto qualche verso, di Montale questa volta:
    “Tu non ricordi la casa di questa / mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.”
     
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  12. tristanotradito
     
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    Stanotte ho sognato di parlare con Pasolini.
    Io ero un muratore impegnato in un'opera di recupero di un palazzo storico, a Capua, anche se il palazzo preciso è immaginario; a fine giornata mi ero addormentato sulle tavole di ponte dell'ultimo livello di un'impalcatura alta 18 mt e i colleghi mi avevano abbandonato lì. Mi sveglio molto tardi e mi trovo solo, in più il ponteggio ha cambiato aspetto: non ci sono più le tavole da ponte ma solo la struttura in tubi innocenti. Senza imbracatura, scendo con un'adrenalina che mi trasuda da tutti i pori. Ho scarpre lisce che potrebbero scivolare su ogni appiglio, ma alla fine metto piede a terra. Lì incontro Pasolini che mi prende sotto braccio e parliamo.

    Purtroppo ho dimenticato di cosa, precisamente, ma ricordo si trattasse di cose abbastanza serie.

    Tonino.
     
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  13. *MArk*
     
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    Bellisima Antò...sti sogni la devono smettere di farci "sognare" e poi farci "dimenticare" il contenuto ed eventuali messaggi...a quando il videoregistratore di sogni...magari in 5.1 così per i piu megalomani che fanno sogni fantascentifici pieni di effetti speciali...se li ripossono godere in dolby
     
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  14. germoglio_di_ghiaccio
     
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    L'ultimo sogno che ho fatto...uhm...facevo un'ecografia e la ginecologa ad un tratto mi fa: Hai 37 teste di bambine appese alle ovaie...
    Erano lì e mi sorridevano con uno strano ghigno...
     
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  15. cactusman
     
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    io l'ultimo sogno ke ho fatto non lo ricordo ma son rimasto sconvolto,mi son svegliato perchè ridevo troppo rumorosamente,mah....

    Edited by cactusman - 14/12/2004, 02:08
     
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202 replies since 3/2/2004, 23:03   4918 views
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