Cervelli in vasca

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  1. Pirrone
     
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    Immaginate che un essere umano (potete immaginare di essere voi) sia stato sottoposto ad un'operazione da parte di uno scienziato malvagio. Il cervello di quella persona (il vostro cervello) è stato rimosso dal corpo e messo in un'ampolla piena di sostanze chimiche che lo tengono in vita. Le terminazioni nervose sono state connesse ad un computer superscientifico che fa sì che la persona a cui appartiene il cervello abbia l'illusione che tutto sia perfettamente normale. Sembra che ci siano persone, oggetti, il cielo etc., ma in realtà l’esperienza della persona (la vostra esperienza) è in tutto e per tutto il risultato degli impulsi elettronici che viaggiano dal computer alle terminazioni nervose. Il computer è così abile che se la persona cerca di alzare il braccio la risposta del computer farà sì che "veda" e "senta" il braccio che si alza. Inoltre, variando il programma lo scienziato malvagio può far sì che la vittima "esperisca" (ovvero allucini) qualsiasi situazione o ambiente lo scienziato voglia. Può anche offuscare il ricordo dell'operazione al cervello, in modo che la vittima abbia l'impressione di essere sempre stata in quell'ambiente. [...] Potremmo anche immaginare che tutti gli esseri umani... siano cervelli in un'ampolla. Naturalmente lo scienziato malvagio dovrebbe trovarsi al di fuori. Dovrebbe? Magari non esiste nessuno scienziato malvagio; magari l'universo... consiste solo di macchinari automatici che badano a un'ampolla piena di cervelli. Supponiamo che il macchinario automatico sia programmato per dare a tutti noi un'allucinazione collettiva... Quando sembra a me di star parlando a voi, sembra a voi di star ascoltando le mie parole. Naturalmente le mie parole non giungono per davvero alle vostre orecchie, dato che non avete (vere) orecchie, né io ho una vera bocca e una vera lingua. Invece, quando produco le mie parole quel che succede è che gli impulsi efferenti viaggiano dal mio cervello al computer, che fa sì che io ‘senta’ la mia stessa voce che dice quelle parole e ‘senta’ la lingua muoversi etc., e anche che voi ‘udiate’ le mie parole, mi ‘vediate’ parlare, etc. In questo caso, in un certo senso io e voi siamo davvero in comunicazione. Io non mi inganno sulla vostra esistenza reale, ma solo sull'esistenza del vostro corpo e del mondo esterno, cervelli esclusi.


    (H. Putnam, Brains in a Vat, 1981)
     
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  2. LunaSole
     
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    Questa citazione della filosofia dello scetticismo americana è per cultura, perché ti piace questo tipo di filosofia o "semplicemente" per "inquietarci" con questa "fantascienza"? :P

    Mi piacerebbe sapere il tuo punto di vista in merito, il "perché" di questa citazione ma non per polemizzare ma per discutere altrimenti che "discussione di forum" sarebbe? ^_^

    Io non credo in questo tipo di filosofia lo scetticismo non è il mio filone filosofico io sono "di più" da filosofia, tra gli antichi, di Aristotele e Platone e tra i moderni, di Kant e Hegel.
    Amo la filosofia delle Idee, della Realtà, anche forse un po' tra il "Velo di Maya" ed il "Panta rei" ma lo scetticismo proprio no.

    Spero accetti il "confronto" :) ;)
     
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  3. Pirrone
     
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    Ho piacere di leggere il tuo intervento e di confrontarmi con te, senz'altro! Ebbene, questo estratto di Putnam di trent'anni fa, ripropone in termini post-moderni, se non la skepsis, un noto canovaccio cartesiano - il genio maligno come difetto di percezione dell'essere - e l'ho inserito nel forum come simpatico spunto di riflessione e non certo con la pretesa, in un contesto nel quale non dico "noi pensatori", ma il comune pubblico ha esperienza di opere cinematografiche come "Matrix" et similia, di generare inquietudine esistenziale. Si tratta di un breve testo che apprezzo molto, non solo perché evocativo, laddove in misura specifica insiste sulla debolezza logica rispetto all'ente percettivo: si può sostenere al di fuori della soggettività o dei postulati che non siamo "cervelli in vasca"? Tu richiami Aristotele e Platone, Kant e Hegel, filosofia delle Idee e prescrizione del reale e razionale, però tutte queste sono scuole di pensiero, oso definire, assiomatiche, auto-fondantesi. Lo scetticismo ha invece una prerogativa distinta: prescinde dalla fondazione eppure la ricerca. Non pretende ti affidi, quasi religiosamente più che filosoficamente, ad una verità già fondata (come?), piuttosto ti pone in una condizione di assoluta libertà gnoseologica. Questo non è solo un giudizio di qualità, sia chiaro! Qual è l'obiettivo di chi pensa? Stabilire il vero dell'essere, o l'esser vero, che dir si voglia. E la prima verità (quella fondante) su cui soffermarsi non è forse quella della percezione medesima dell'essere? Come ho già scritto prima: le tue "armi" percettive, intellettuali, razionali, filosofiche ti consentono di affermare che tu non sei un "cervello in vasca"? Io, questa verità, non l'ho ancora fondata!
     
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  4. LunaSole
     
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    Ciao! ^_^
    Sono contenta che hai accettato la mia proposta di confronto sulla filosofia e dal contenuto della tua risposta credo d'aver capito che oltre ad appassionarti la filosofia la "ami" anche non soffermandoti solo alla lettura della filosofia ma compiendo una critica personale di essa e forse hai anche frequentato la facoltà di filosofia o sbaglio?
    Spero di non essere stata invadente con questa mia domanda postati per curiosità ma ti posso assicurare che è stata molto interessante per me che ho anche scritto ma purtroppo non ancora pubblicato un piccolo "trattato" filosofico la tua risposta così specifica.

    :)
     
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  5. Pirrone
     
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    CITAZIONE (LunaSole @ 30/8/2012, 14:46) 
    Ciao! ^_^
    Sono contenta che hai accettato la mia proposta di confronto sulla filosofia e dal contenuto della tua risposta credo d'aver capito che oltre ad appassionarti la filosofia la "ami" anche non soffermandoti solo alla lettura della filosofia ma compiendo una critica personale di essa e forse hai anche frequentato la facoltà di filosofia o sbaglio?
    Spero di non essere stata invadente con questa mia domanda postati per curiosità ma ti posso assicurare che è stata molto interessante per me che ho anche scritto ma purtroppo non ancora pubblicato un piccolo "trattato" filosofico la tua risposta così specifica.

    :)

    Nessuna invadenza, figurati. Sì, il mio milieu è storico-filosofico, come anche il mio titolo universitario, e mi dedico allo studio e all'analisi di certi filosofi e di certe scuole di pensiero con un sentimento di dedizione, quasi di abbandono, che non è peregrino definire "amore". Non devi produrre una risposta specifica al mio intervento né riguardo il testo di Putnam, per quel che mi riguarda sono appagato anche solo dal fatto che tu l'abbia letto, che abbia suscitato il tuo interesse!
     
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4 replies since 21/8/2012, 22:14   144 views
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